Vaccini Lazio, cambiano i richiami dopo l'attacco hacker: c’è un documento in più da portare

Vaccini Lazio, cambiano i richiami dopo l'attacco hacker: c’è un documento in più da portare
Un nuovo documento è richiesto a chi deve ricevere la seconda dose del vaccino nel Lazio. È questo il primo effetto dell'attacco hacker alla Regione. Il...

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Un nuovo documento è richiesto a chi deve ricevere la seconda dose del vaccino nel Lazio. È questo il primo effetto dell'attacco hacker alla Regione. Il sistema non può essere utilizzato, quindi gli hub vaccinali si sono dovuti organizzare diversamente: con carta e penna. Gli operatori continuano a raccogliere tutte le informazioni di chi si appresta alla seconda iniezione. Nome, cognome, codice fiscale e numero della tessera sanitaria. Ma bisogna avere con sé ancora un altro foglio.

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Il documento richiesto

 

Con la piattaforma Salute Lazio in tilt, a chi deve fare il richiamo del vaccino viene richiesta una prova della prima iniezione. Così è accaduto all'hub vaccinale La Nuvola, che ora somministra Pfizer. A molti utenti è stato chiesto un documento che dimostrasse di aver ricevuto la prima dose. Basta mostrare il Green Pass, che si può stampare o tenere in formato digitale sull'app IO, oppure il certificato della prima vaccinazione, rilasciato dal punto vaccinale. Altrimenti, se non si ha con sé né l'uno né l'altro, allora potrà essere compilata e firmata un'autodichiarazione in cui si indica il giorno in cui si è ricevuta la prima dose.

 

 

Prenotazioni ancora bloccate

 

Le nuove prenotazioni per il vaccino nel Lazio sono ancora bloccate. Dovrebbero riprendere venerdì, come annunciato dall'assessore alla sanità regionale Alessio D'Amato. Che assicura inoltre: «Tutti i dati relativi alle oltre 7 milioni di somministrazioni di vaccini eseguite sono in nostro possesso e nessun dato dell'Anagrafe Vaccinale Regionale è stato sottratto, come nessun altro dato sanitario, né del Fascicolo Sanitario Elettronico».

 

 

 

 

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Il Messaggero