Lazio, fotografia della sanità: ecco la classifica degli ospedali con risultati migliori

Lazio, fotografia della sanità: ecco la classifica degli ospedali con risultati migliori
Per un frattura del femore gli ospedali migliori (quelli che operano entro due giorni) sono il Sant’Eugenio, il Fatebenefratelli, il Cto, Latina e il San Filippo Neri, mentre...

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Per un frattura del femore gli ospedali migliori (quelli che operano entro due giorni) sono il Sant’Eugenio, il Fatebenefratelli, il Cto, Latina e il San Filippo Neri, mentre Belcolle di Viterbo ha un incremento da record nel primo semestre del 2014. Agli ultimi posti Frosinone, Colleferro, Tivoli, Cassino, Terracina e Rieti. Ecco solo un esempio dei risultati del sistema di valutazione della Regione Lazio, presentato questa mattina.






Spiega Alessio D’Amato, dirigente della Cabina di regia della sanità: «Il sistema sanitario regionale ha risposto bene e dopo i buoni risultati registrati da giugno 2013 a dicembre, il trend positivo si è ulteriormente consolidato nel primo semestre 2014». In sintesi: la percentuale di fratture del femore operate entro le 48 ore nel 2013 era 40,4 per cento; nel primo semestre è arrivata a 48,5; l’offerta di angioplastica primaria negli inferti acuti del miocardio, nel Lazio è passata dal 35,5 per cento al 41,4; la degenza post operatoria per colecistectomia (per gli standard ottimali non deve essere superiore ai 3 giorni) è passata dal 61 al 66 per cento. Unico dato negativo quello dei parti cesarei, ancora sopra il 30 per cento (secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la percentuale dovrebbe essere non superiore al 15).



Ha spiegato Zingaretti: «Voglio dire ai cittadini del Lazio che certamente i problemi non sono stati tutti risolti, ma oggi possiamo dire che sta migliorando la qualità delle cure. Sono i risultati migliori da sei anni a questa parte. Migliorano le prestazioni sul femore, sugli infarti, sulla degenza per alcuni interventi e migliorano perché abbiamo inserito questi obiettivi nei criteri di valutazione dei direttori generali». Zingaretti ha anche ricordato che è necessario chiudere o accorpare i reparti troppo piccoli perché sono pericolosi per i pazienti: «Tutti gli studi scientifici dicono che c'è un rapporto diretto tra quanti casi si curano e la qualità delle cure. È pericoloso ad esempio operarsi al cuore in reparti che ogni anno fanno solo pochi casi. È più pericoloso partorire in reparti di ostetricia che fanno meno di 500 parti l'anno, tanto è vero che in questi casi aumenta molto il numero di parti cesarei». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero