Raid nelle ville da Viterbo a Roma, 3 arresti: il "covo" della banda in un camping

Sgominata la banda albanese specializzata in furti nelle case

Un “covo” ritenuto sicuro all’interno di un campeggio lungo l’Aurelia. Da lì partivano i raid nelle abitazioni. Ville e appartamenti, da Viterbo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Un “covo” ritenuto sicuro all’interno di un campeggio lungo l’Aurelia. Da lì partivano i raid nelle abitazioni. Ville e appartamenti, da Viterbo fino a Roma. La banda è stata sgominata giovedì scorso dalla squadra mobile di Viterbo, con i colleghi del XIII Distretto Aurelio, che hanno arrestato 3 albanesi sospettati di essere i responsabili di una serie di furti messi a segno in diverse zone. Sarebbero decine i colpi sui quali stanno investigando i poliziotti. A finire in manette K.E. di 35 anni, N.N. di 23 anni e G.F. di 33 anni tutti domiciliati nella Capitale. I tre avrebbero agito indisturbati tra il capoluogo della Tuscia e la capitale, razziando case e rubando preziosi, gioielli e contanti.

Tabaccaio di Frosinone indagato per eccesso di legittima difesa. Esclusa l'ipotesi di omicidio

A mettere gli investigatori della Mobile sulle tracce dei tre ladri d’appartamento sarebbe stato il modus operandi. Tutti i furti avvenivano nella fascia oraria serale compresa tra le 17 e le 21, con le stesse modalità di scasso. Ma c’è dell’altro. Il 29 ottobre scorso i tre albanesi sarebbero sfuggiti a un controllo della polizia nel quartiere Santa Lucia. Tutto sarebbe avvenuto durante un sopralluogo della banda, prima del colpo. Il tre, sorpresi da un posto di controllo della polizia, invece di fermarsi hanno colpito uno degli agenti, riuscendo poco dopo a far perdere le tracce e abbandonando l’auto con la quale erano fuggiti. E proprio l’auto abbandonata ha messo gli agenti sulle loro tracce. 

Giovedì sera, poco prima delle 19, è arrivata alla centrale operativa la segnalazione di un furto in abitazione in zona Santa Maria della Grotticella, nel corso del quale erano stati asportati gioielli in oro e circa 500 euro in contanti. La Mobile, rimanendo sempre in stretto costante contatto con i colleghi romani e ritenendo fondatamente che i soggetti albanesi potessero essere i responsabili del reato, ha intercettato l’auto lungo la strada Cimina in direzione di Roma riuscendo a fermarli nella Capitale, dove probabilmente tentavano di raggiungere un luogo sicuro. 

I PRECEDENTI


I tre, due dei quali con precedenti specifici per reati contro il patrimonio, sono stati trovati in possesso della refurtiva rubata poco prima. Nascosti all’interno della autovettura, sono stati rinvenuti inoltre arnesi da scasso, tra cui trapani artigianali, un frullino metallico, piedi di porco, pinze e cacciaviti di diverse dimensioni. La perquisizione è stata poi estesa anche al bungalow, sulla via Aurelia vicino all’hotel Ergife, dove gli stessi domiciliavano e ha permesso di rinvenire parecchi soldi in valuta albanese, un cellulare e 2 orologi costosi, un anello in oro bianco e altri oggetti verosimilmente provento di furto. Tutto il materiale è stato sequestrato, così come il veicolo utilizzato per compiere il furto a Viterbo e ad altri due mezzi (tutti con intestazione fittizia) riconducibili ai tre stranieri. Dopo la convalida dell’arresto i tre albanesi sono stati portati alla casa circondariale di Poggioreale. Ora gli investigatori stanno tentando di ricomporre la matassa, incrociando decine di denunce di furto per cercare similitudini e prove che colleghino la banda ad altri episodi.
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero