L'Elefantino di piazza della Minerva tornerà oggi a sorridere. Dopo un intervento di restauro in tempi record, l'opera progettata da Gian Lorenzo Bernini (ma...
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LE CAUSE
Resta accreditata l'ipotesi più probabile in queste ore, quella annunciata al Messaggero dal sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce: che la punta della zanna della statua sia stata colpita rovinosamente da una pallonata, durante una goliardica partita di calcio notturna. Situazione non così bizzarra, visto che la piazza spesso e volentieri viene utilizzata come campo di calcio, come ha testimoniato il rettore della basilica di Santa Maria sopra Minerva, Frate Gian Matteo Serra. Che l'Elefantino del Bernini abbia comunque attirato tanta attenzione cittadina, e non solo mediatica, è stato confermato ieri mattina, quando lo staff di restauratrici della Sovrintendenza capitolina, che ha in consegna il monumento, è arrivato sulla piazza per cominciare le operazioni di restauro. Una folla di persone si è radunata intorno all'opera per scattare foto e selfie. Qualche residente, frotte di turisti incuriositi, scolaresche in visita al centro. Insomma, una platea variegata in attesa dell'esito del lavoro. L'intervento, avvenuto sotto la supervisione di Antonella Basile, funzionario dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro del Mibact (che proprio nel 2012 aveva eseguito l'ultimo restauro dell'opera), è cominciato presto, alle 8:30. Il monumento è stato transennato, mentre due restauratrici, guidate da Federica Giacomini, hanno operato sull'Elefantino dalla piattaforma mobile del mezzo meccanico.
Il punto danneggiato, infatti, si trova ad un'altezza di oltre tre metri. Fino alle 12:30 circa, ieri, sono andate avanti le verifiche dei tecnici e dei restauratori, fino a che, nel primo pomeriggio si è potuto immediatamente agire con le operazioni di riadesione del pezzo. «Preliminarmente - spiegano dalla Sovrintendenza - sono state avviate le prove di imbracatura e di protezione per mettere in sicurezza la parte dopo il rincollaggio, ed è stato predisposto un sistema di sostegno mediante delle fasce in nylon e, a completamento dell'intervento, si è ritenuto opportuno allestire, come misura precauzionale, un sistema di protezione al blocco restaurato, in quanto la resina ha tempi di presa prolungati nell'arco delle 24 ore». Infine in vista di piogge imminenti, tutta la zona interessata dall'intervento è stata chiusa con un foglio di polietilene in modo da evitare il contatto dell'acqua con la resina in fase di presa. «Era fondamentale per noi che l'opera tornasse in breve tempo alla sua bellezza e, grazie alla dedizione di tecnici e restauratori, così è stato. Questa giusta attenzione - ha dichiarato l'assessore alla Cultura Luca Bergamo - spero possa concorrere a stimolare il senso civico da parte di tutti con la consapevolezza che prendersi cura della propria città e quindi anche dei suoi monumenti e della loro tutela è parte essenziale della cittadinanza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero