Ambulanze bloccate per ore nei pronto soccorsi, pazienti in attesa di posti letto difficili da trovare, accessi record negli ospedali romani dovuti al picco di febbre e influenze....
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LO SCENARIO
Domenica un'ambulanza intervenuta per un soccorso a Centocelle è finita per trasportare un paziente al Fatebenefratelli. Tutti i pronto soccorsi capitolini alle dieci di mattina erano già dati per «chiusi» a eccezione di quello dell'Isola Tiberina e del S. Spirito. Entrambi divenuti off-limits nel giro di poche ore. È da mezzogiorno alle 16, infatti, che si registra il più alto numero di accessi e in cui si concentra la ricerca di posti letto. «L'altra mattina c'era una vecchietta molto malata che appena capito che sarebbe stata portata lontano da casa, ha rinunciato al soccorso perché il marito non l'avrebbe potuta raggiungere con l'autobus», confida una operatrice. «Le nostre barelle - aggiunge Alessandro Saulini, segretario NurSind Ares 118 - per assurdo vengono trasformate in posto letto in attesa del ricovero e tutto ciò comporta disagi all'intero sistema del soccorso d'emergenza, fino a dimezzare le ambulanze sul territorio». I numeri parlano di 40 equipaggi bloccati ieri, con picchi di 50 nei giorni scorsi, a cavallo con le festività natalizie. Dall'inizio dell'anno sono 12mila gli interventi richiesti agli operatori dell'Ares 118. Contro il fermo-ambulanze si stanno prendendo le prime contromisure. La Regione Lazio, per prima, su input dell'assessore Alessio D'Amato, ha recepito le linee guida dell'accordo Stato-Regioni emanando il decreto 453 con il Piano per la gestione del sovraffollamento nei pronto soccorsi.
LE CONTROMISURE
Sono stati istituiti, fra l'altro, nuovi codici di triage per una più efficace distribuzione delle emergenze e un gruppo di lavoro composto da medici in prima linea che sta curando tutto il profilo dell'emergenza. Così, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, prendendo in considerazione la finestra 23 dicembre - 7 gennaio, la situazione appare migliorata almeno in relazione ai tempi d'attesa. Sono stati, infatti, attivati 243 posti letto dedicati ai ricoveri da pronto soccorso e ne sono previsti altri 485 secondo la curva del picco influenzale da qui a fine febbraio. «Si è avuta una riduzione del 30% di attesa per coloro che hanno bisogno di un ricovero da pronto soccorso - afferma il coordinatore dell'equipe, il dottor Sergio Ribaldi - In termini di ore la riduzione media è stata di meno 7 ore e 29 minuti. Per chi deve tornare a casa, invece, la riduzione dei tempi d'attesa è stata del 13%». Il blocco ambulanze viene monitorato 5 volte al giorno e una persona in ogni pronto soccorso, prevede il decreto, deve essere dedicata a sbrogliare l'impasse del blocco-barelle. Intanto dal 118 una raccomandazione: chiamare l'ambulanza solo per le vere urgenze, per altro rivolgersi prima al medico di base e/o alla guardia medica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero