In cinquantamila a letto con l'influenza. E in molti in fila al pronto soccorso. Se l'attenzione e le preoccupazione sono concentrate sul contagio del coronavirus di Wuhan...
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Influenza, epidemia al picco: 500mila casi in più rispetto l'ultima settimana
VIGILANZA
Con riferimento alla terza settimana del mese di gennaio, spiega il sito del Ministero della Salute «è aumentato il numero di casi di sindrome simil-influenzale soprattutto nelle classi di età pediatrica. Nei bambini sotto i cinque anni l'incidenza è quasi raddoppiata rispetto alla settimana precedente. In Italia l'incidenza totale è pari a 8,1 casi per mille assistiti. Colpiti maggiormente i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un'incidenza pari a 20,4 casi per mille assistiti. Il numero di casi stimati in questa settimana è pari a circa 488.000, per un totale, dall'inizio della sorveglianza, di circa 2.768.000 casi. Le Regioni del centro Italia più colpite: Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania con più di 9 casi per mille».
Negli ultimi giorni, però, spiega la dottoressa Maria Corongiu, presidente di Fimmg Roma, la federazione dei medici di medicina generale, a Roma c'è stato un incremento dei casi di influenza. «In media siamo ora nell'ordine del 13 per mille» spiega. Significa, in sintesi, circa 50.000 persone malate. Quando l'influenza si avvicina al suo picco, regolarmente l'affollamento dei pronto soccorso si aggrava, come mostravano anche i dati di ieri dei pazienti che aspettavano di essere trattati o ricoverati nelle varie strutture romane. Se poi ci si sofferma sui più piccoli, che non vengono vaccinati per l'influenza, il tasso di incidenza dell'influenza sale al 40 per mille, e questo fa ipotizzare che riguardi circa 13mila bambini.
VACCINAZIONE
Spiega l'assessore regionale alla Salute, Alessio D'Amato: «Per fortuna la campagna di vaccinazione per gli anziani è andata bene, c'è stato un incremento rispetto all'anno scorso di circa il cinque per cento. Ma ai cittadini con l'influenza chiediamo di evitare di correre ad affollare i pronto soccorso, rischia di essere controproducente e di mettere in difficoltà un servizio così delicato. La cosa migliore da fare è chiedere informazioni al medico di base che ci dirà quali medicinali prendere e restare a casa, facendo attenzione alle ricadute».
Intanto, ai medici di base stanno arrivando anche molte richieste di informazione sul coronavirus. Racconta la dottoressa Corongiu: «Sono soprattutto persone che hanno prenotato una vacanza in un paese asiatico e ci chiedono se sia il caso di partire». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero