Impiegata della Asl ruba 300mila euro dai fondi per la dialisi e fa shopping

Impiegata della Asl ruba 300mila euro dai fondi per la dialisi e fa shopping
Dipendente infedele all'Asl di Tivoli, la donna facendosi da sola dei bonifici in tre anni avrebbe rubato oltre 300 mila euro all'Azienda Sanitaria. I soldi venivano poi...

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Dipendente infedele all'Asl di Tivoli, la donna facendosi da sola dei bonifici in tre anni avrebbe rubato oltre 300 mila euro all'Azienda Sanitaria. I soldi venivano poi spesi per comprare oggetti di lusso, ora è finita in cella a Rebibbia. L'impiegata è stata arrestata dai carabinieri, sotto egida della procura di Tivoli, che hanno condotto le indagini. A scoprire i furti è stata la stessa amministrazione della Roma 5. Durante dei controlli interni sono state notate delle irregolarità nei conti e lo scorso 12 ottobre è scattata la denuncia.


Lo schema, in questi tre anni, era sempre lo stesso. La dipendente, approfittando del suo incarico che le dava accesso ai fondi dell'Asl, aveva ingegnato un modo per arrotondare lo stipendio ma le tracce lasciate dietro di sé erano troppo chiare e facili da seguire. L'Asl, intanto, come primo provvedimento ha sospeso la donna. Sempre dalla Direzione Generale della Roma 5, poi, è stata già annunciata la costituzione di parte civile nel processo.
La donna, secondo gli elementi raccolti dagli inquirenti, avrebbe effettuato dal 2013 ben 89 mandati a favore di persona di sua fiducia. In virtù della sua qualifica di assistente amministrativo ed addetta all'emissione dei mandati di pagamento aveva distratto le somme, per un totale di 310 mila euro, facendole figurare come rimborsi per il servizio trasporti per i pazienti in dialisi. Tutte le operazioni, però, le aveva effettuate con il suo identificativo e la sua password, quindi portavano la sua firma elettronica.

L'AMMANCO
Un ammanco non da poco che è stato poi scoperto durante i controlli sulle spese dell'Azienda sanitaria. L'appropriazione indebita, anche se ben congegnata, non è passata inosservata I carabinieri della compagnia di Tivoli, diretta dal capitano Marco Beraldo, appena ricevuta la denuncia dell'Azienda, hanno avviato le indagini. I militari hanno così iniziato a raccogliere prove contro l'impiegata. Molte sono arrivate anche dall'analisi dei conti correnti in uso alla donna. I riscontri che la indicavano come responsabile dell'appropriazione indebita ha poi portato la Procura tiburtina a chiedere al Gip l'ordinanza di custodia cautelare, emessa la scorsa settimana. I carabinieri, durante l'attività investigativa, hanno evidenziato come sul conto corrente dell'impiegata figurassero ingenti somme in entrata. I soldi venivano poi prelevati ai bancomat e la donna cercava di mantenere il saldo del suo conto molto basso o addirittura negativo, così da non destare sospetti. Una precauzione che non è bastata ad evitare di essere scoperta. La maggior parte della refurtiva sarebbe stata spesa per acquistare oggetti di lusso.


«Grazie ai controlli interni messi in atto dall'Azienda hanno commentato dalla Direzione Generale della Roma 5 - sono state evidenziate delle irregolarità che hanno portato la Asl Rm5 a sporgere denuncia nei confronti di una propria impiegata che si sarebbe resa responsabile di un ammanco di cassa. A tal riguardo l'Azienda ha sospeso in via cautelativa l'impiegata e si costituirà parte civile». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero