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LA CONCLUSIONE
È la conclusione dell'ingegner Mario Scipione, perito nominato dal gip Roberto Ranazzi nell'incidente probatorio che è stato chiesto dalla Procura per ricostruire i fatti relativi allo schianto. A Immobile, indagato per lesioni stradali, potrebbe ora venire contestata anche la violazione delle norme del Codice della strada relative alla velocità e alla prudenza da nei pressi di un incrocio: avrebbe dovuto tenere una velocità inferiore ai 50 chilometri orari e non averlo fatto potrebbe avergli impedito di inchiodare e interrompere la marcia in modo tempestivo per evitare lo schianto, tanto che sull'asfalto non sono stati rilevati segni di frenata riconducibili a una frazione di tempo precedente rispetto all'urto. Anche Vannoni è indagato per lesioni stradali. Dalla perizia emerge che, al momento dell'impatto, avrebbe avuto solo 12 secondi per liberare l'area.
I TESTIMONI
Il perito sottolinea anche che determinare chi dei due indagati non abbia rispettato il semaforo è impossibile perché, «nonostante l'impianto sia risultato funzionante, le dichiarazioni dei testimoni, lo schema dei movimenti e la planimetria dell'impianto non hanno consentito di stabilire in modo univoco quale dei due indagati abbia impegnato l'area con il rosso». Sette persone non sono state in grado di rispondere con certezza, mentre solo una ha detto che l'autista era passato con il verde. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero