Gualtieri si insedia sindaco di Roma: «Subito al lavoro». Raggi: «Ti lascio la città più bella del mondo»

Passaggio di consegne con la sindaca uscente (con gli occhi lucidi)

Gli occhi umidi di Virginia. Il sorriso professorale di Roberto, «ma era emozionato». Ore 11, cambio della guardia in Campidoglio: Raggi, che approdò sotto la...

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Gli occhi umidi di Virginia. Il sorriso professorale di Roberto, «ma era emozionato». Ore 11, cambio della guardia in Campidoglio: Raggi, che approdò sotto la Lupa nel 2016 a bordo di una micro Twizy, la Renault elettrica, lascia sulla berlina grigia della scorta. Col nuovo sindaco Gualtieri parlano per quasi un'ora, si affacciano a favore di flash sul balconcino al primo piano di Palazzo Senatorio, vista mozzafiato sulle rovine dei Fori. Poi la stanza del sindaco, con la poltrona di pelle color vinaccia. Ed eccoli finalmente in Aula Giulio Cesare, davanti al capannello di telecamere e taccuini. 

 

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Gualtieri non avrebbe voluto parlare, ha fretta di mettersi al lavoro, fino a ieri sera non erano previste dichiarazioni. Invece spuntano due microfoni, perché l'ormai ex sindaca ci teneva a un ultimo saluto istituzionale e viene accontentata. In questa cerimonia da passaggio di consegne stile Palazzo Chigi, in cui manca solo la campanella, Raggi sorride. Con un sorriso che sembra svelare un po' un sollievo - «arrivare viva alla fine di questo mandato sarebbe un successo», confidava a dicembre 2017, quando già mille grane politiche e giudiziarie erano deflagrate nel Campidoglio che fu grillino – e sembra sincera quando dice: «Faccio i miei migliori auguri a Gualtieri». La tensione della conferenza stampa della debacle sembra scivolata via. Forse resta solo un pizzico di nostalgia. «Fare il sindaco è il mestiere più bello e complesso. A livello umano e politico è un'esperienza piena. Io sono stata onorata di guidare per 5 anni questa città, la più bella del mondo. Consegno con grande senso delle istituzioni la città nelle mani del nuovo sindaco». 

 

 

 

Gualtieri la ringrazia «per il lavoro di questi anni e ora inizia fase...» (tutti si aspettano che dica: “nuova”, invece è molto understatement): «Una fase per me intensa e appassionante». Il neo-sindaco parla poco, non indossa nemmeno la fascia tricolore per i fotografi, appunto perché «ora mi metto subito a lavoro, ci sarà tempo di comunicare». Dice solo: «Sono onorato finalmente di assumere questo ruolo cui dedicherò tutto mio il impegno e la mia passione». Del colloquio con Raggi svela quasi nulla: «Abbiamo parlato dei dossier più importanti», dall'Expo alla pulizia della città. «Ora inizierà per me il lavoro».

 

 

GLI STAFF

Sotto la statua di Giulio Cesare e nei corridoi con la guida rossa, si consuma un po' anche il cambio della guardia degli staff, il vecchio e nuovo. Sembrano emozionati i comunicatori della grillina, il portavoce Teo Fulgione, cronista dell'Ansa per tutti e 5 gli anni di mandato al fianco di Virginia, il vice Davide Muscillo. Torna in Campidoglio invece Luigi Coldagelli, era qui ai tempi di Veltroni, lo affianca Dario Borlandelli, uomo-ombra del nuovo primo cittadino. I vigili urbani fumacchiano intorno al Marc'Aurelio, con l'aria di chi, come la statua, c'era prima, c'è oggi, e ci sarà.

 

 

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Il Messaggero