È un Beppe Grillo che mostra insofferenza verso i media e i giornalisti quello che lascia Roma dopo una quattro giorni, in cui ha usato note dissonanti anche verso il suo...
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E non mancano frasi da Sibilla Cumana che possono essere interpretate in chiave politica. Grillo è uscito dall'Albergo con un microfono in mano nel quale ha parlato al posto di quelli che i cronisti gli hanno posto davanti. «Stai largo La7. Romano guardami Canale 5», ha detto facendosi largo tra le telecamere ed eludendo le domande dei giornalisti. «Una dichiarazione per Agorà», gli chiede una cronista. «Agorà? Agorà la chiudiamo», risponde Grillo e salendo in auto aggiunge: «Dov'è il Foglio, Romano guardami Il Foglio che gli togliamo i finanziamenti. La7 e Canale5 non avvicinatevi. Rai 1 state molto attenti...». E poi via. Successivamente, sul proprio blog, Grillo ha postato un video che è la prosecuzione del precedente show. Dentro l'auto, spiega di voler fare il «moralizzatore del traffico» romano: parla al microfono dando indicazioni alle vetture circostanti, mentre la sua voce è amplificata all'esterno: «Il semaforo è rosso, non ti muovere, o vai a destra o vai a sinistra, non stare in mezzo alle corsie. Fare veloce, il semaforo sta scattando».
Indicazioni al governo in cui è impegnato il Movimento? Su quali temi scatta il rosso? e su quali virare a destra o a sinistra? O è solo un gioco del comico per far lambiccare il cervello ai giornalisti? E poi a un videomaker che lo affianca con il motorino mentre lo riprende, ecco un consiglio difficilmente contestabile: «per 5 euro all'ora rischi la vita con quel motorino, dai un senso alla tua vita». Se è dubbio l'afflato di Grillo verso il governo giallo-verde, quello verso Virginia Raggi è immutato: nel video l'auto percorre un tratto della Tangenziale est, mentre il co-fondatore del movimento fa affermazioni un pò spericolate sullo stato della Città Eterna: «Neanche una buca, neanche una buca, un pochino di manutenzione al verde è normale, sono 40 milioni di metri quadri, siamo leggermente indietro ma non vedo buche». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero