«La targa? Ora è in un posto sicuro». Che dall'altra notte non è più il muro ocra scolorito di via dei Giubbonari. «Non posso dire...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA PROTESTA
L'allarme ieri mattina. Quando commercianti, residenti, gente di passaggio e ovviamente «compagni» hanno notato la differenza. L'hanno rubata? È stata presa in ostaggio? Vandali? Mille supposizioni, tutte in ordine sparso. Quando il caso è più chiaro chi lavora e vive qui da anni vuole che ritorni tutto come prima: «È un pezzo di storia di Roma, non è solo una questione politica». E sono già partite le firme in giro per le viuzze dietro Campo de' Fiori: «Aridatece la targa». La segretaria Urso dice che è per portarsela dietro «nella nuova sede del Pd, dietro piazza Navona: io questa targa l'ho difesa con il corpo dagli sputi dei No Tav». Il senatore Ugo Sposetti, grande custode dell'ortodossia materiale del partitone rosso, ha già chiesto invece che venga affidata alla fondazione Berlinguer.
LA RICOSTRUZIONE
Ma cosa è successo alla targa? «Nessuno doveva toccarla e così ieri mattina, ignaro di tutto, ho presentato un esposto al comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, mentre stavo firmando la denuncia ho saputo della scomparsa», racconterà in serata Claudio Marasca, iscritto alla sezione, che nella denuncia paventava il rischio della scomparsa. E così è stato. Appena lo ha saputo, avvisata da un'iscritta, anche la segretaria si è precipitata dai carabinieri, sempre per la denuncia. Subito avvisato Matteo Orfini, commissario romano del Pd, era pronto a far partire un comunicato del tenore assalto alla storia democratica di Roma. E invece, mentre la segretaria stava dai carabinieri, le arriva la notizia: «Il marmista che avevamo incaricato di fare un preventivo l'ha portata via, senza avvisarci. È stato un qui pro quo con i miei collaboratori». Così la denuncia è stata ritirata, Orfini non ha più mandato la nota, ma il caso rimane.
«LASCIATELA LÌ»
Ci sono appunto diversi «compagni» ma anche residenti e commercianti che vogliono questo pezzo di marmo pieno di curve della storia dove è sempre stato da settant'anni a questa parte. La segretaria - «e la gran parte degli iscritti» - sono invece per portarsela dietro nella nuova casa del Pd, poi c'è appunto il senatore Sposetti che la vuole trasferire nel museo delle «cose» comuniste. Oggi e domani la sezione di via dei Giubbonari trasloca: si portano via i mobili e i divani, i quadri di Guttuso e le foto di Gramsci e Moro. Ma si discuterà anche del futuro della targa. Tre mozioni in campo. «Metteremo la decisione ai voti, l'importante è che ora sia al sicuro». L'ultimo aggiornamento arriva proprio da Orfini: «È stato un fraintendimento: il marmista ne ha fatto una copia, se il Comune ci garantirà la sorveglianza rimetteremo l'originale, altrimenti la copia». Un altro dibattito si apre, fine del primo tempo.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero