Fino all’inizio del Novecento, a sparare il colpo, era ancora l’esemplare che nel 1870 “aprì” la Breccia di Porta Pia. Poi, nel corso del tempo,...
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Roma, lo sparo del cannone del Gianicolo: il rito che si ripete dal 1847
Ma sparare, costa. E qualcuno deve pagare. Cosa che non sempre, a quanto pare, accade dalle parti di Palazzo Senatorio.
Nell’ultimo documento contabile sfornato dall’amministrazione grillina, la variazione al bilancio 2020-2022, si legge che «le strutture capitoline hanno segnalato l’emersione di ulteriori passività potenziali e contenziosi». Tra questi, per l’appunto, c’è il «mancato pagamento per le annualità 2015-2016-2017-2018 e gennaio/ottobre 2019 del servizio dello sparo del cannone al Gianicolo di Roma». L’importo? 42.262 euro e 46 centesimi. Fondi che dovrebbe incamerare - si legge sempre nei documenti del Comune - il «Comando Militare della Capitale». A segnalare la «passività potenziale», sono stati i tecnici del Dipartimento Ambiente.
Sull’argomento, senz’altro delicato dato che sono appena iniziate le celebrazioni per i 150 anni di Roma Capitale, si sta muovendo l’assessorato al Bilancio. In Comune sperano di chiudere la pratica il prima possibile, per evitare imbarazzi, dato che la vicenda della “parcella” si trascina da anni: «Tra poco verrà firmato l’accordo con il Comando militare e quindi partirà la procedura in Ragioneria», è la rassicurazione. Insomma, a breve il conto dovrebbe essere saldato, altrimenti che imbarazzo sarebbe se lo sparo secolare si smorzasse proprio adesso, durante l’anniversario. Nel frattempo è l’opposizione, metaforicamente, a cannoneggiare: «Nel “150esimo” della Capitale - attacca Andrea De Priamo, capogruppo di FdI - il Campidoglio si scopre in debito con l’Esercito per le spese del tradizionale colpo del Gianicolo. Non certo il modo migliore per prepararsi a questo importante appuntamento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero