Gianicolo, il Comune non paga all'Esercito i costi per gli spari del cannone

Il cannone che spara al Gianicolo ogni giorno a mezzogiorno
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Sabato 15 Febbraio 2020, 10:16

Fino all’inizio del Novecento, a sparare il colpo, era ancora l’esemplare che nel 1870 “aprì” la Breccia di Porta Pia. Poi, nel corso del tempo, è stato rimpiazzato varie volte, l’ultima nel 1991, quando sul belvedere venne portato un obice impiegato durante la Seconda Guerra mondiale. Al di là del singolo pezzo d’artiglieria, «il» cannone del Gianicolo è un simbolo per l’Italia, inestricabilmente legato alla sua Capitale. Eppure il Campidoglio, sul tema, rischia di ritrovarsi moroso. Di sicuro, i tecnici che si occupano del bilancio del Comune hanno dovuto mettere da parte oltre 42mila euro, soldi che avrebbe dovuto incassare l’Esercito, dato che sono i militari a occuparsi materialmente della cerimonia giornaliera: il famoso colpo che dal 1847 in poi fa da rintocco al mezzogiorno romano, sparo voluto da Pio IX nel 1847 per avere una sorta di segnale orario “ufficiale”. Rintocco che da Castel Sant’Angelo, dopo una breve sosta alle pendici di Monte Mario, nel 1904 venne trasferito sul Gianicolo. Da lì in poi, salvo una pausa iniziata con la Seconda Guerra Mondiale e interrotta nel 1959, il cannone si è fatto sentire sempre.

Roma, lo sparo del cannone del Gianicolo: il rito che si ripete dal 1847

Ma sparare, costa. E qualcuno deve pagare. Cosa che non sempre, a quanto pare, accade dalle parti di Palazzo Senatorio.
Nell’ultimo documento contabile sfornato dall’amministrazione grillina, la variazione al bilancio 2020-2022, si legge che «le strutture capitoline hanno segnalato l’emersione di ulteriori passività potenziali e contenziosi». Tra questi, per l’appunto, c’è il «mancato pagamento per le annualità 2015-2016-2017-2018 e gennaio/ottobre 2019 del servizio dello sparo del cannone al Gianicolo di Roma». L’importo? 42.262 euro e 46 centesimi. Fondi che dovrebbe incamerare - si legge sempre nei documenti del Comune - il «Comando Militare della Capitale». A segnalare la «passività potenziale», sono stati i tecnici del Dipartimento Ambiente.
 



Sull’argomento, senz’altro delicato dato che sono appena iniziate le celebrazioni per i 150 anni di Roma Capitale, si sta muovendo l’assessorato al Bilancio. In Comune sperano di chiudere la pratica il prima possibile, per evitare imbarazzi, dato che la vicenda della “parcella” si trascina da anni: «Tra poco verrà firmato l’accordo con il Comando militare e quindi partirà la procedura in Ragioneria», è la rassicurazione.
Insomma, a breve il conto dovrebbe essere saldato, altrimenti che imbarazzo sarebbe se lo sparo secolare si smorzasse proprio adesso, durante l’anniversario. Nel frattempo è l’opposizione, metaforicamente, a cannoneggiare: «Nel “150esimo” della Capitale - attacca Andrea De Priamo, capogruppo di FdI - il Campidoglio si scopre in debito con l’Esercito per le spese del tradizionale colpo del Gianicolo. Non certo il modo migliore per prepararsi a questo importante appuntamento».

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