Roma, rubata la statua della Madonna a Forte Bravetta: l'ombra delle messe nere

Il furto della madonnina al Forte Bravetta
Sos da Forte Bravetta. Rubata nella notte tra domenica e lunedì la statuetta della Madonna riposta nella teca all’interno del “Parco dei...

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Sos da Forte Bravetta. Rubata nella notte tra domenica e lunedì la statuetta della Madonna riposta nella teca all’interno del “Parco dei martiri”. Rotto il vetro della teca, via la statuetta. Il sospetto è che dietro al furto si possano nascondere messe nere e adepti del maligno. «Tutt’intorno sono stati trovati dei pezzetti di carta bruciati, come se si trattasse di un qualche rito propiziatorio o maleficio», dice Giovanni Picone, consigliere FdI del XII Municipio. Che, più nel concreto, lancia l’allarme: «Quel parco, nonostante sia una importante risorsa e un polmone verde per il territorio - afferma - è abbandonato a se stesso. Soprattutto, la notte il cancello rimane aperto e anche nella recinzione sono stati aperti dei varchi». Solo una settimana fa, in via dell'Arco di San Calisto, era stata sfregiata con la vernice la figura affrescata della Madonna col bambino. 

Il parco del Forte venne inaugurato nel 2009 dall’allora sindaco Gianni Alemanno. Si tratta di un’area verde estesa per dieci ettari tra l’Aurelia e la Portuense, negli anni di guerra fu luogo di esecuzione delle sentenze di morte emesse dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato. E durante l’occupazione tedesca, fra il ‘43 e il ‘44, vi vennero fucilati 77 partigiani.
 

I CITTADINI

Liana Gigliozzi abita proprio di fronte al parco e suo padre fu una delle vittime delle Fosse Ardeatine. «Motivo in più per cui le condizioni di questa grande distesa verde mi sono a cuore», racconta. La vista è desolante: erba alta mai tagliata, i cestini della spazzatura stracolmi, alberi e rami da potare. A terra anche i segni di focolari probabilmente accesi nella notte da qualche senzatetto per riscaldarsi. «La serratura della cancellata di ingresso è stata manomessa - spiega Liana - nessuno più da anni viene a chiuderla e dopo il calare del sole passeggiare nel parco diventa pericoloso. Abbiamo paura che ci si accampino balordi e sbandati. L’ex casa del guardiano è stata vandalizzata e non capiamo perché gli edifici delle ex carceri non siano recuperati e trasformati in luoghi a servizio pubblico o a museo della memoria. Ogni tanto vengono politici a mettere corone di fiori davanti alla lapide commemorativa, ma tutto intorno è sommerso dall’incuria». Fino a due mesi fa al Forte giravano anche dei film. «Abbiamo chiesto che i soldi incassati dal Comune per la concessione delle riprese fossero utilizzati per la manutenzione dell’area, ma niente», conclude Picone.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero