Flaminio, c'è un progetto ed è stato appena depositato al Genio civile: prevede la messa in sicurezza e il recupero totale del palazzo in cui si verificò...
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Dunque ad anticipare saranno i condomini. Quanto? Una cifra variabile, potrebbe essere un massimo di 15mila euro a famiglia come invece poco e niente, dal momento che chi sta portando avanti il progetto si muove nell'ambito del sisma bonus, che prevede potenziamenti importanti, e in tal caso un finanziamento di 80mila euro a nucleo familiare interessato.
«L'assicurazione ha già pagato un milione e 250mila euro, il massimo - spiega Vincenzo Marcialis, l'amministratore del palazzo - circa 450mila sono stati spesi per rimuovere le macerie. Ne restano circa 800mila. Mentre la stima è che ci vorranno 3, forse 4 milioni. Dovranno anticiparli i condomini, poi si spera si possano recuperare con l'evolversi del discorso giudiziario, qualcuno dovrà pagare».
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L'ITER GIUDIZIARIO
Torniamo indietro: l'imprenditore Giuseppe Rigo De Righi, geologo di una società petrolifera, proprietario dell'appartamento interessato da una massiccia ristrutturazione che secondo il pm ha determinato «il collasso del sesto e settimo piano e compromesso la stabilità dell'immobile» è stato assolto nel processo penale con rito abbreviato, l'appello è previsto a maggio, i condomini si sono costituiti parte civile.
Rinviati a giudizio invece (la prossima udienza è prevista a giugno) quanti si sono concretamente occupati dei lavori (va ricordato che l'architetto della ditta non era iscritto all'albo e che a firmare è stato il geometra): Massimo Canepa, legale rappresentante della Edilarch 88 srl, il progettista Roberto Mattei e il titolare della ditta esecutrice Pasquale Fama'.
Ora, si è in attesa che il Genio civile si pronunci, in caso di via libera i lavori potrebbero partire ad essere ottimisti tra 5/6 mesi, i più realisti parlano direttamente del prossimo anno.
Anche sui tempi l'amministratore è fiducioso: un paio d'anni; mentre alcuni condomini si lasciano andare a previsioni meno rosee, c'è chi come Donatella De Minicis 76 anni, rimasta fuori casa ed andata a vivere a Bagni Vignoni dalla mamma, dice che non rientrerà a casa «prima di 5, 6 anni», qualcuno addirittura parla di dieci anni. Ogni tanto torna a Roma e tra i calcinacci di casa raccoglie libri e li porta in Toscana. «Saranno lavori invasivi, uno non si rende conto: è come il terremoto, ma il terremoto non c'è stato. Per ora paghiamo noi».
LA SOLUZIONE
La verità è che si sta davvero lavorando di concerto per abbattere i costi con le agevolazioni previste dal sisma bonus (le norme prevedono un contributo del 70 per cento quando si rinforzano le fondamenta di uno stabile). «Sarà un lavorone - commenta un altro condomino - vanno rinforzati tutti i pilastri e le travi, ci vorrà circa un mesetto per appartamento, dovremo lasciare casa». Una storia infinita.
«Oltre ai soldi da anticipare - spiega Marcialis - c'è un'altra questione: bisogna rinforzare i pilastri di tutti gli appartamenti, ossia anche di quelli al civico 15 di piazza Gentile da Fabriano. Quasi cento famiglie dovranno farsene carico, considerato che ci sono circa 18 famiglie a palazzo, che tutto il condominio deve prendersi carico della ricostruzione finché non finisce il processo e gli stabili sono quattro. In teoria a fare i conti semplici semplici sarebbero 15mila euro a famiglia. Ma prima vediamo che dice il Genio civile, poi si farà il capitolato, l'appalto, si dovranno trovare le ditte con certi requisiti».
Poi ci sarà da mediare, far capire anche a chi non è direttamente interessato che solo dalla base si può ripartire. «Non si può ricostruire gli altri piani senza prima fortificare le colonne - commenta una condomina - sono tre inverni che ci piove dentro, abbiamo tutti infiltrazioni, sopra non hanno reso impermeabile la parte, il tetto del quarto piano si è sfondato».
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Il Messaggero