Crollo al Flaminio: «Lavori a carico dei residenti»

Crollo al Flaminio: «Lavori a carico dei residenti»
di Raffaella Troili
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Martedì 16 Aprile 2019, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 09:03

Flaminio, c'è un progetto ed è stato appena depositato al Genio civile: prevede la messa in sicurezza e il recupero totale del palazzo in cui si verificò il crollo degli ultimi tre piani il 22 gennaio del 2016, in seguito ai massicci lavori di ristrutturazione in un appartamento al quinto piano. Ma i soldi dell'assicurazione non riusciranno a coprire lintera opera, la giustizia ha i suoi tempi.
Dunque ad anticipare saranno i condomini. Quanto? Una cifra variabile, potrebbe essere un massimo di 15mila euro a famiglia come invece poco e niente, dal momento che chi sta portando avanti il progetto si muove nell'ambito del sisma bonus, che prevede potenziamenti importanti, e in tal caso un finanziamento di 80mila euro a nucleo familiare interessato.
«L'assicurazione ha già pagato un milione e 250mila euro, il massimo - spiega Vincenzo Marcialis, l'amministratore del palazzo - circa 450mila sono stati spesi per rimuovere le macerie. Ne restano circa 800mila. Mentre la stima è che ci vorranno 3, forse 4 milioni. Dovranno anticiparli i condomini, poi si spera si possano recuperare con l'evolversi del discorso giudiziario, qualcuno dovrà pagare».

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L'ITER GIUDIZIARIO
Torniamo indietro: l'imprenditore Giuseppe Rigo De Righi, geologo di una società petrolifera, proprietario dell'appartamento interessato da una massiccia ristrutturazione che secondo il pm ha determinato «il collasso del sesto e settimo piano e compromesso la stabilità dell'immobile» è stato assolto nel processo penale con rito abbreviato, l'appello è previsto a maggio, i condomini si sono costituiti parte civile.
Rinviati a giudizio invece (la prossima udienza è prevista a giugno) quanti si sono concretamente occupati dei lavori (va ricordato che l'architetto della ditta non era iscritto all'albo e che a firmare è stato il geometra): Massimo Canepa, legale rappresentante della Edilarch 88 srl, il progettista Roberto Mattei e il titolare della ditta esecutrice Pasquale Fama'.
Ora, si è in attesa che il Genio civile si pronunci, in caso di via libera i lavori potrebbero partire ad essere ottimisti tra 5/6 mesi, i più realisti parlano direttamente del prossimo anno.
Anche sui tempi l'amministratore è fiducioso: un paio d'anni; mentre alcuni condomini si lasciano andare a previsioni meno rosee, c'è chi come Donatella De Minicis 76 anni, rimasta fuori casa ed andata a vivere a Bagni Vignoni dalla mamma, dice che non rientrerà a casa «prima di 5, 6 anni», qualcuno addirittura parla di dieci anni. Ogni tanto torna a Roma e tra i calcinacci di casa raccoglie libri e li porta in Toscana. «Saranno lavori invasivi, uno non si rende conto: è come il terremoto, ma il terremoto non c'è stato. Per ora paghiamo noi».

LA SOLUZIONE
La verità è che si sta davvero lavorando di concerto per abbattere i costi con le agevolazioni previste dal sisma bonus (le norme prevedono un contributo del 70 per cento quando si rinforzano le fondamenta di uno stabile). «Sarà un lavorone - commenta un altro condomino - vanno rinforzati tutti i pilastri e le travi, ci vorrà circa un mesetto per appartamento, dovremo lasciare casa». Una storia infinita.
«Oltre ai soldi da anticipare - spiega Marcialis - c'è un'altra questione: bisogna rinforzare i pilastri di tutti gli appartamenti, ossia anche di quelli al civico 15 di piazza Gentile da Fabriano. Quasi cento famiglie dovranno farsene carico, considerato che ci sono circa 18 famiglie a palazzo, che tutto il condominio deve prendersi carico della ricostruzione finché non finisce il processo e gli stabili sono quattro. In teoria a fare i conti semplici semplici sarebbero 15mila euro a famiglia. Ma prima vediamo che dice il Genio civile, poi si farà il capitolato, l'appalto, si dovranno trovare le ditte con certi requisiti».
Poi ci sarà da mediare, far capire anche a chi non è direttamente interessato che solo dalla base si può ripartire. «Non si può ricostruire gli altri piani senza prima fortificare le colonne - commenta una condomina - sono tre inverni che ci piove dentro, abbiamo tutti infiltrazioni, sopra non hanno reso impermeabile la parte, il tetto del quarto piano si è sfondato».
 

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