Roma, guida ubriaca e l'auto finisce fuori strada: la figlia di Dario Argento nei guai

Roma, guida ubriaca e l'auto finisce fuori strada: la figlia di Dario Argento nei guai
Una notte allegra dal finale angosciante. Qualche drink di troppo, poi lo spavento. Forse un colpo di sonno, la macchina che finisce fuori strada e le sirene dell'ambulanza....

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Una notte allegra dal finale angosciante. Qualche drink di troppo, poi lo spavento. Forse un colpo di sonno, la macchina che finisce fuori strada e le sirene dell'ambulanza. Un incubo per Fiorella Argento, primogenita del re del cinema horror Dario Argento, che a distanza di tre anni si è concluso solo ieri con una condanna a 4 mesi per guida in stato di ebbrezza di fronte al giudice monocratico. Si era messa alla guida della sua Mercedes all'alba del 13 aprile 2014, dopo aver alzato il gomito a tavola la sera precedente. Credeva Fiore, suo nome d'arte, di aver completamente smaltito la sbornia in poche ore. Ma a fatica riesce a guidare la sua auto. Lei è sola, la strada è vuota, ma Fiore perde il controllo della sua Classe A, finendo contro un palo dell'Acea. Quasi subito viene aiutata da un uomo che avvisa i soccorsi. E quando arrivano i vigili del gruppo Cassia, Fiore non c'è più. L'ambulanza l'ha già trasportata al pronto soccorso dell'Ospedale San Pietro dove le analisi evidenziano qualcosa che non va. La quantità di etanolo presente nel suo corpo è pari 2,04 grammi per litro. Il suo tasso alcolemico è di gran lunga superiore al consentito (la normativa vigente indica in 0,5 g/litro la soglia da non superare per mettersi alla guida) e Fiore, pochi mesi dopo, finisce sotto processo per guida in stato di ebbrezza. Un'accusa forse non così angosciante come molte delle pellicole del celebre padre regista. Di sicuro più reale per la donna, che ieri è stata condannata a 4 mesi, con pena sospesa, e a 2mila euro di multa, come richiesto dal pm Andrea Iolis.


LA STORIA

Una vita fra il cinema horror e la moda. Nata dalla relazione fra Dario Argento e Marisa Casale, Fiore aveva solo 15 anni quando nel 1985 fece l'esordio sul grande schermo. In Phenomena, uno dei tanti capolavori del padre, si ritrova ad interpretare Vera Brandt, la giovane turista svedese brutalmente uccisa da un misterioso killer in una baita desolata sui monti svizzeri. Sempre nello stesso anno partecipa anche a Demoni, il film di Lamberto Bava, prodotto dal padre Dario, in cui un gruppo di giovani rimane imprigionato nel terrificante cinema Metropol. Qualche anno dopo, nel 1993, recita in Trauma insieme alla sorella Asia Argento, nata dalla relazione fra il regista e l'attrice Daria Nicolodi, la giovane protagonista di Profondo Rosso. A differenza della sorella Asia, però, Fiore decide di abbandonare presto la strada del cinema preferendo la carriera di stilista.
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Il Messaggero