«Poteva andare peggio ma per fortuna ora mia figlia sta bene», apre la porta di casa e con un sospiro che sembra essere di sollievo , la madre della diciassettenne...
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Elisa come mai sei rimasta a casa?
«Avevo mal di testa, ma adesso sto bene».
Ti ricordi cosa è successo quella mattina dell'8 marzo?
«Non li conoscevo, sono sbucati all'improvviso, mi hanno circondato, picchiato, era un gruppo, c'erano anche delle ragazze».
Ti era mai capitato in passato di essere aggredita per strada?
«No, mai. A scuola però avevo litigato con alcuni compagni, c'erano state delle discussioni».
Di che tipo?
«Prima dell'aggressione un gruppo di studenti di un'altra classe è entrato nella mia sezione per litigare».
E cosa hanno fatto?
« Hanno iniziato a insultarci, a offendere tutti i compagni, dicendoci che eravamo una classe di m....»
E perché si sono comportati in questo modo? C'erano stati dei problemi?
(La ragazza prima di rispondere guarda la madre) «Non lo so, sono piombati in classe così».
Pensi che i due episodi, la litigata in classe e l'aggressione, siano collegati?
«Non credo, quelli che mi hanno picchiato quella mattina non li conosco, non li ho mai visti».
A scuola ci vai volentieri? Ti senti a tuo agio con i compagni?
«Sì, tutto ok».
Quindi non te ne vuoi andare?
«No. Io voglio restare a Roma, ho avuto paura, non lo so perché mi hanno picchiato, lo chiedevo ma loro non rispondevano, poi sono fuggiti. Ora sto bene».
Elisa vive a Roma da quasi cinque anni, sua mamma è legata a un italiano che insieme alla sorella ha gestito nei giorni scorsi i rapporti con la scuola. Dal liceo hanno fatto sapere che è stato richiesto il nulla-osta per il trasferimento della studentessa. Ma la madre non ha ancora firmato il documento. In casa si sta ragionando se mandare per qualche tempo Elisa nelle Filippine.
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Il Messaggero