Figli in gita, ma che nostalgia del caos in salotto

Figli in gita, ma che nostalgia del caos in salotto
E’ grande, è un ragazzino ormai,  ma torna dopo due notti fuori per la gita scolastica e mi chiede le...

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E’ grande, è un ragazzino ormai, 

ma torna dopo due notti fuori
per la gita scolastica e mi chiede
le coccole. E meno male! :-) #mamme
@Linda_M3D

Neanche un succo vuoto sotto il cuscino del sofà, niente calzini sopra i cioccolatini. Non c’è traccia di scarpe all’ingresso, i palloni non volano raso testa, nessun pranzo, merenda o cena da inventare, nemmeno la divisa sporca del calcio nel bidet. Inutile aspettare, guardare l’orologio, per commentare, gioire, inveire sempre la stessa litania, i voti, i compiti e quel cellulare sempre in mano, anche a tavola. Molte case sono più vuote e ordinate, i ragazzi sono in gita scolastica, puf, partiti, spariti, assieme al caos che improvvisamente ci manca. Che nostalgia, almeno per qualche ora di quegli zaini buttati ovunque, del salone ridotto a sala giochi, del bagno perennemente occupato, dei proiettili di gomma piuma sparsi come petali di rose. La casa è tutta nostra, ma non ci siamo abituati. Loro non chiamano, si divertono e i genitori fanno le prove di quel che un giorno inevitabilmente accadrà. Prendono le misure, anche con se stessi, il tempo di assestarsi e già ritorneranno, ma intanto attendono telefonate fugaci in cui riscoprono sensazioni preistoriche e dimenticate, “hai presente quando il fidanzato al liceo non chiamava e tu aspettavi, aspettavi e intanto ti preparavi tutte le cose da dirgli e poi quando lo sentivi ti dimenticavi tutto?”. Ecco succede anche questo, quella vocina da papero in crescita, quell’altra da cucciolo che la sa lunga, rintracciate tra un’escursione e uno spostamento in pullman, scuotono il cuore e l’emozione si perde per strada le parole. Sì, questa casa era un albergo e improvvisamente ci piace tanto così. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero