Prima lo hanno costretto a firmare un contratto di prestito fittizio per la somma di circa 80.000 euro, poi estrocervano denaro. Alla fine la vittima, ha denunciato le...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In manette sono finiti due cinesi, padre e figlio di 62 e 36 anni, ex collaboratori commerciali della vittima, 35 anni: sono accusati di estorsione, resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale in concorso.
Nonostante la firma, sotto forzatura, del contratto di finanziamento, il commerciante non aveva mai ricevuto soldi. Anzi i due, residenti in Cina, durante i viaggi in Italia, lo contattavano pretendendo parte dei soldi, assicurandosi il pagamento continuando con le minacce ed episodi di violenza.
Lo scorso 9 febbraio, i carabinieri sono stati avvisati dalla vittima che i suoi estorsori lo avevano contattato perché stavano arrivando nuovamente nella Capitale e pretendevano il pagamento di 5.000 euro. E così, ieri pomeriggio, i carabinieri hanno predisposto un mirato servizio in abiti civili all'esterno dell'esercizio commerciale della vittima, luogo pattuito per l'incontro tra i tre connazionali, dove sarebbe dovuto avvenire lo scambio.
Avvenuta la consegna del denaro, i carabinieri sono subito intervenuti, ma sono stati aggrediti dai malviventi con calci e pugni nel tentativo di fuggire. Bloccati e ammanettati, nelle loro tasche è stata rinvenuta la somma di 5.000 euro, appena ricevuta dal commerciante. Padre e figlio sono stati portati in carcere a Regina Coeli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero