Esquilino? No, Chinatown. Almeno così la pensa Jump, la nuovissima società di bike sharing lanciata pochi giorni fa a Roma da Uber. Sulle mappe Google della sua...
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Il caso è nato sui social ed è presto montato. I motivi per cui la dinifizione Chinatown non piace sono di natura almeno duplice. Molti orgogliosi residenti dello storico rione compreso tra Monti, San Giovanni e Termini, rivendicano la sua natura multietnica al grido di «l'Esquilino è di tutti». Molti altri, la maggioranza, puntano sulla storia di uno dei quartieri più antichi della capitale, il cui nome, viene ricordato, è quello di uno dei sette colli.
«Siamo stati i primi, in tempi non sospetti, a segnalare come l'Esquilino fosse finito nelle mani del commercio cinese, ma scoprire che la nuova App di biciclette condivise 'Jump' - attraverso Google Map - rinomini lo storico rione come Chinatown equivale a dire 'oltre al danno anche la beffa'. Forse per 'Jump' la nuova storpiatura dà più resa commerciale, ma l'identità di un luogo viene prima di qualunque geolocalizzazione e l'Esquilino è uno dei 7 colli romani su cui si è edificato il rione umbertino, subito dopo l'unità d'Italia. Google ripristini la verità e rispetti la nostra storia», dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.
Il Messaggero