Roma, accampamento all'Esquilino. I residenti: «Rifiuti e cattivo odore, è così da due anni»

«Queste persone sono qui da due anni, siamo stanchi»

Roma, accampamento in via Statilia. I residenti: «Rifiuti e cattivo odore, è così da due anni»
Un accampamento in via Statilia, all'Esquilino, genera preoccupazione tra i residenti e fa accumulare ulteriore sporcizia. Chiara racconta che all'inizio quando si erano...

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Un accampamento in via Statilia, all'Esquilino, genera preoccupazione tra i residenti e fa accumulare ulteriore sporcizia. Chiara racconta che all'inizio quando si erano stabilizzati alcuni enti l'avevano rassicurata. «Ormai sono lì da due anni, all'inizio mi hanno detto che si trattava di un'emergenza per il freddo, ma poi è arrivata l'estate e poi un altro inverno, eccetera. I senzatetto si sono moltiplicati e sembrano ormai essersi stabiliti in quell'area, capisco che vivere così non sia facile ma l'immondizia e gli avanzi di cibo si accumulano anche per intere giornate».

Oltre alla sporcizia ci sarebbero anche altre problematiche legate al decoro urbano. «Non è sicuramente un bel biglietto da visita per il quartiere, abito a pochi metri, sono in una zona centrale eppure sembra di essere in una zona periferica tra le peggiori. Il fatto che a Roma ci siano molte realtà del genere, non dovrebbe essere un incentivo a considerare queste situazioni normali. Credo che chi di dovere dovrebbe risolvere in qualche modo, per restituire alla città e al quartire la dignità che merita».

Le alternative

Secondo Chiara e altri residenti, a queste persone andrebbe offerta un'alternativa valida per poter vivere in condizioni migliori. «Non è sicuro per nessuno che continuino a stare lì, mi è capitato più volte di vedere persone passare fuori dal marciapiede per evitarli, rischiando di essere investiti». Esistono diversi centri di accoglienza, il problema è che a volte le persone non ne sono a conoscenza e a volte ci sono liste di attesa con tempi estremamente lunghi, in altri casi invece sono proprio loro a preferire la strada.

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Il Messaggero