E Parnasi disse: «Dopo lo stadio voglio una squadra di calcio»

E Parnasi disse: «Dopo lo stadio voglio una squadra di calcio»
Due settimane prima di essere arrestato, Luca Parnasi pensava in grande. Grazie all'appoggio del presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, e degli altri...

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Due settimane prima di essere arrestato, Luca Parnasi pensava in grande. Grazie all'appoggio del presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, e degli altri politici capitolini finiti sotto inchiesta insieme a lui per l'affaire Tor di Valle, l'imprenditore era convinto di avere in tasca il progetto «Nuovo stadio della Roma». Ed era una fucina di idee e ambizioni, tutte da esporre al politico e al suo socio, l'avvocato Camillo Mezzacapo. Non c'era solo l'ipotesi di trasformare Roma in una Capitale dello Sport, con la riqualificazione dell'Ex Fiera, dove realizzare un palazzetto per il basket: l'ex presidente di Eurnova voleva espandersi fuori dal raccordo e comprare una squadra di calcio. A frenare le sue aspirazioni e a consigliargli di tenere un profilo più basso, è l'avvocato Luca Lanzalone, consulente di punta della sindaca Virginia Raggi, già a processo per corruzione.


L'ARRESTO
I nuovi dettagli dell'inchiesta che scuote il Campidoglio a Cinquestelle e che ha portato all'arresto di De Vito e Mezzacapo - le accuse sono corruzione e traffico di influenze per le tangenti incassate da Parnasi e da altri tre imprenditori - emergono dalle informative dei carabinieri del Nucleo investigativo, agli atti del fascicolo. Ma potrebbe essere solo l'inizio. Perché alcuni indagati - compreso Mezzacapo - hanno fatto istanza al tribunale del Riesame per tornare in libertà. L'udienza è prevista nei prossimi giorni e le pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli dovrebbero depositare nuovi atti: interrogatori, verbali e, soprattutto, nuove intercettazioni che potrebbero ulteriormente imbarazzare il Campidoglio.

IL BUSINESS
È il 31 maggio del 2018. Parnasi, intercettato, citofona allo studio di Mezzacapo, in via Col di Lana. In ufficio lo aspettano l'avvocato e De Vito. E l'imprenditore espone i suoi progetti futuri. «Ho orchestrato una situazione», dice. Racconta che «molti amici gli stanno dicendo di fare un business comprando una squadra di Eccellenza in Sicilia, per fare un vivaio - annotano gli investigatori - discutono della Correr Sport Management, che acquista giovani calciatori, e Parnasi parla di un calciatore giovane di origine croata, stile Modric». Parnasi accenna anche al progetto «Stadio del Milan» - dopo Tor di Valle pensava di replicare a Milano - e dice di essere in procinto di chiudere l'accordo. Poi, spiega perché è andato a incontrare De Vito e socio: «C'è la possibilità di fare una nuova operazione importante su Roma», vuole costruire il palazzo del basket.
I CONSIGLI DI LANZALONE

Su tutti i progetti in cantiere racconta di essersi «un po' consultato, ho fatto una chiacchierata pure con Lanzalone... dico: Voi come la vedete questa cosa?». E il legale avrebbe risposto: «Meno ti fai vedere in questo momento come uno che sta dappertutto a Roma... che onestamente ci dai un po' di problemi di immagine, no? Primo che stai facendo lo stadio della Roma». Ma Parnasi lo ignora: «Dobbiamo ragionarci bene, strategicamente. Dovete farci una riflessione ampia, politica!». Il costruttore vorrebbe procedere in tempi rapidi: «Ho l'idea di andare molto veloci su un progetto nuovo, che avrà Berdini contro per l'ennesima volta». Parlando dell'ex assessore all'Urbanistica - contrario al progetto Tor di Valle - fa una battuta: «Ma il fatto di avere Berdini contro è un vantaggio». E De Vito: «Pure per noi, politicamente!». Poi l'imprenditore torna serio: «Prendiamoci del tempo per riflettere, su come la si vede all'interno del Comune; tu hai gli umori». E De Vito: «Lo strumento, il vantaggio politico». Parnasi non ha dubbi: «Questa è una cosa grossa». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero