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LA DOMANDA
«Solo ferito? È il commento duro, tranchant, che appare sotto il post che chiede che cosa fosse successo in via dell'Archeologia, martedì pomeriggio, vista la massiccia presenza delle volanti di polizia. Qualcuno aveva tentato di uccidere, investendolo con il suo scooter il prete anti-spaccio che gira per le periferie difficili urlando ai pusher di smetterla con il veleno della droga, «il grande cancro di Roma» come ha sempre ripetuto.
I ragazzi di strada stile Gomorra che si sentono padroni delle "Torri" agiscono arroganti e spavaldi.
Don Coluccia: «So di dare fastidio ai clan, ma torno a Tor Bella Monaca. C’è brava gente da salvare»
«NON È SUCCESSO NULLA»
Sull'asfalto di via dell'Archeologia proprio nel punto dove i poliziotti hanno sparato contro il ventottenne per fermarlo, c'è il casco di una moto. Accanto ciondolano ragazzi che fanno fatica a reggersi in piedi, stravolti dalla droga, e non è nemmeno l'ora di pranzo. Altri sono seduti sui muretti, tatuaggi dappertutto. I palazzoni fanno ombra alle strade e ai marciapiedi invasi dai rifiuti raccolti giusto dai rom armati di passeggini.
Gli spacciatori che don Antonio cerca di strappare via alle organizzazioni criminali sono lì puntualmente al loro posto, chi a fare da vedetta, chi a controllare l'hashish e la coca nascosti tra i rovi dei cortili e nelle cantine. Guardano i giornalisti passare e sghignazzano. Negli sguardi di qualcuno c'è odio, perché il clamore rischia di rovinare i loro affari, tanto quanto la presenza stessa del prete-coraggio. Altri rispondono con aria di sfida: «Ma non mica è successo niente, un problema loro, tra quello e il prete. Fatti loro».
BOLIDI E BOSS
Fino a martedì i ragazzi di strada di Torbella sfrecciavano per le strade a bordo di Ferrari, Lamborghini, Mercedes anche se hanno solo vent'anni e non hanno nemmeno un lavoro vero. Al volante come boss navigati e invece sono poco più che ragazzini. Il 27 febbraio di due anni fa un pregiudicato sparò cercando di centrare il suo avversario, in pieno giorno, al centro commerciale, ma finì per colpire, invece, una signora anziana, per fortuna senza ferirla gravemente. Con droga e spari a Torbella si convive. «Qui spacciano e si sparano? Succede dappertutto, mica solamente qua - taglia corto una coppia di cinquantenni in via Santa Rita da Cascia - ci hanno messo un marchio addosso ma nel quartiere ci abitano tante famiglie oneste».Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero