Il Tribunale di Sorveglianza di Venezia ha concesso l'assegnazione in prova ai servizi sociali per Doina Matei, la donna che nel 2007 uccise con un'ombrellata in un occhio...
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La donna lavorerà presso una cooperativa sociale di Venezia e dovrà fissare la propria dimora nel capoluogo veneto è avrà l'obbligo di non mutarla se non previa autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Potrà uscire dall'abitazione dalle 6 alle 22 e non potrà allontanarsi dalla provincia né viaggiare all'estero. Tra le prescrizioni anche il divieto di abuso di alcolici e l'uso di stupefacenti. Se ci saranno violazioni delle prescrizioni, lo stato di semilibertà potrà essere sospeso e poi revocata anche con effetto retroattivo.
«Le è stato restituito, seppure in ritardo, quello che le doveva essere restituito prima», cioè la libertà, sia pure limitata da prescrizioni piuttosto severe, compreso il divieto di frequentare i social network. Così l'avvocato Nino Marazzita commenta l'affidamento ai servizi sociali concesso alla sua assistita. Il legale sottolinea come, considerando i vari casi di omicidio preterintenzionale, la Matei sia tra i condannati che hanno subito una carcerazione più lunga. Secondo il difensore, la giovane donna, romena, ha «scontato il clima forcaiolo e anti-straniero» che si respirava al momento della sentenza. La romena, al momento del delitto, faceva la prostituta sulla Tiburtina.
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Il Messaggero