Il sottile brivido di sentirsi deputati per un giorno, anzi per quattro. Far parte di una coalizione, elaborare il testo di una proposta di legge, emendarla per trovare la...
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Sono gli oltre duecento i ragazzi, liceali e universitari provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato dal 10 ottobre alla simulazione Change the World for Democracy organizzata come ogni anno dall’Associazione Diplomatici, la più conosciuta e importante scuola di formazione per ragazzi che vogliono intraprendere carriere legate al funzionamento delle istituzioni nazionali ed internazionali. Ha detto Giuseppe Ayala concludendo i lavori parlamentari dei ragazzi: «La mia generazione ha fallito perché vi ha consegnato un Paese enormemente peggiore di come ce lo avevano lasciato i nostri genitori. Sta a voi dunque essere la futura classe dirigente. Ed oggi occuparsi di politica, voler conoscere e studiare i suoi meccanismi è fondamentale per non lasciare campo aperto a quelli che vogliono solo lo sfascio, a quelli che vi inondano di notizie false».
I ragazzi - un gruppo per i liceali e un altro per gli universitari - hanno prima formato le due coalizioni che rappresentavano una ipotetica maggioranza e una ipotetica opposizione e poi elaborato le proposte di legge che avevano come argomento le fake news e la web reputation. «Mi sembrava molto stimolante l’ipotesi di trovare una mediazione tra le due mozioni contrapposte - dice Jacopo D.V., 15 anni, del liceo Anco Marzio di Ostia - ma purtroppo ha prevalso la logica di partito e non c’è stato spazio per una grande coalizione”. E. C., 16 anni (coalizione “Destra Storica”): «Sono entusiasta di questa esperienza. E’ la prima volta ma è come se facessi politica da sempre. Voglio cambiare il mondo e penso che ci riuscirò. Il più grande obiettivo raggiunto in questi giorni? La collaborazione con gente che la pensava diversamente da me». Alla fine ha vinto la coalizione di Eleonora: programma serrato di istruzione e prevenzione per bloccare le fake news che trovano nutrimento proprio nella grande ignoranza e superficialità diffusa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero