Riecco il Califfo. L'altra volta, quando era andato a cantare Tutto il resto è noia in un night di Zagarolo mentre all'Atac si dichiarava malato, gli era andata...
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IL MECCANISMO
Nell'esposto e nella relazione del Nucleo ispettivo aziendale è descritto nei dettagli il sistema messo in piedi dalla presunta cricca: si parla del sistema operativo «forzato» per consentire l'apertura manuale della sbarra, dopo avere intascato il pedaggio cash dai clienti dell'area di sosta. Le accuse sono pesanti e se ci saranno altri riscontri, dopo la denuncia presentata ai pm di piazzale Clodio, Capri potrebbe finire sotto procedimento disciplinare.
Non sarà una passeggiata, per il Califfo, ma come questa storia ci ha già insegnato nulla impedisce di immaginare che, in qualche modo, possa riuscire a sfangarla anche stavolta.
IL PRECEDENTE
Del resto se l'era vista brutta già quattro anni fa, quando in via Prenestina si accorsero che mentre dichiarava ai superiori di essere malato, con tanto di certificato medico, in realtà dopo il tramonto si scatenava nei pub e nei locali notturni, dove sul palco infiammava la folla col repertorio del cantautore di Bimba mia. Su internet giravano anche i filmini di queste esibizioni, perfino la Finanza lo beccò durante un live, tanto che a tutti, quando il caso venne fuori, sembrò subito una vicenda chiusa, davanti a prove così schiaccianti. Beh, Capri è stato accusato di truffa, ma il giudice dell'udienza preliminare ha scritto che «l'attività canora è compatibile con la malattia». Ed è tornato a bordo dell'Atac. Lui, su Facebook, l'ha raccontata così quella disavventura: «Il giudice mi ha assolto con formula piena, è stato accertato che le diagnosi dei certificati non erano incompatibili con la mia passione per Califano. W Il Maestro - ha scritto - tutto il resto è noia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero