Roma, crolla tetto del Virgilio, dal Plauto al Vivona: altre sedici scuole a rischio

Per lo più licei classici, del centro e della periferia, ma anche istituti tecnico-professionali. Con fare molto democratico, ci rientrano un po' tutti gli indirizzi...

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Per lo più licei classici, del centro e della periferia, ma anche istituti tecnico-professionali. Con fare molto democratico, ci rientrano un po' tutti gli indirizzi nella road-map delle scuole romane a rischio. Data per certa la vetustà degli edifici scolastici superiori, l'80% dei quali secondo i conti dell'Associazione nazionale presidi edificata prima del 1950, c'è un comparto di scuole che da mesi attende interventi urgenti per motivi che spaziano dall'impermeabilizzazione dei soffitti al rifacimento dei bagni e dei solai. Scuole che tirano a campare e che dovranno aspettare ancora prima di poter guardare in faccia il rinnovamento annunciato dalla Città metropolitana.


INTERVENTI URGENTI
Si tratta del liceo classico Plauto di via Renzini dove i lavori di sistemazione per le lesioni dell'aula magna con seguente rifacimento della parete in vetrocemento sono di là dall'essere avviati. Ancora: sempre un liceo classico stavolta il Vivona di via della Fisica 14 aspetta il risanamento parziale della facciata a causa dell'ammaloramento dei ferri di armatura, mentre alla succursale di via Brancati 20 urgono dei lavori per il rifacimento dell'impermeabilizzazione e coibentazione delle coperture per rispondere alle innumerevoli infiltrazioni delle acque piovane. Solo per questi tre licei è previsto un pacchetto di spesa di ben 990 mila euro che la Città metropolitana ha isolato a bilancio soltanto pochi giorni fa, approvando in ritardo la manovra finanziaria e perdendo di fatto il periodo estivo per dar seguito ai procedenti propedeutici all'apertura dei cantieri. Queste scuole di fatto dovranno aspettare ancora. E non sono le uniche. C'è anche l'istituto tecnico Volta di via di Bravetta 541 che dovrebbe dar seguito ai lavori d'urgenza per l'eliminazione delle pannellature di amianto dalle facciate esterne e delle pavimentazioni in simil amianto nei corridoi e nelle aule. Cantiere che da solo conteggia una spesa di 650 mila euro.
Ma c'è un paradosso: perché se da una parte gli ingegneri dell'ex Provincia hanno dato seguito ai progetti, l'impasse politica e il ritardo sull'approvazione del bilancio ha dilatato a dismisura i tempi di apertura dei cantieri. Ci sono le gare da svolgere e gli appalti da assegnare. Verosimilmente se ne riparlerà il prossimo anno. Accanto a queste emergenze c'è poi la necessità di rifare da capo i servizi igienici in altre dieci scuole: i tecnico- professionali L.B. Alberti, via dei Papareschi, Faraday, Toscanelli, Urbani, Verne e nei licei Democrito, Caravaggio, Majorana, Plauto, mentre lo scientifico Righi dovrà ottenere ancora il certificato per la prevenzione incendi.

I FONDI

In tutto la Città metropolitana dovrà bandire avvisi pubblici per 2 milioni e 290 mila euro grazie ai fondi finanziati in parte dallo Stato e nello specifico dal ministero dell'Istruzione che, però come detto, a causa delle lungaggini sull'approvazione del bilancio sono ancora fermi. Senza contare i cantieri previsti in provincia dove tra Anzio, Velletri e Frascati ci dovrà essere un impegno di spesa per altri 960 mila euro. A questo scenario (ben poco lusinghiero) c'è da aggiungere il mancato rinnovamento degli arredi scolastici. Storia nota, chioserebbe qualcuno. Di banchi e sedie rotte le scuole di Roma abbondano. Il problema però è che anche qui la Città metropolitana ha tenuto fermi altri 900 mila euro per l'acquisto di nuovi arredi scolastici. La responsabilità è sempre imputabile ai ritardi della politica, e del governo di quella che un tempo era la Provincia di Roma.
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Il Messaggero