Roma, campionessa di canotaggio morta dopo gli interventi: chiesti 4 anni per i medici del S. Filippo

Roma, campionessa di canotaggio morta dopo gli interventi: chiesti 4 anni per i medici del S. Filippo
Una complicanza non diagnosticata, una raffica di operazioni d'urgenza. Quindici anni spezzati in una settimana. Era una giovane campionessa di canottaggio, Cristina...

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Una complicanza non diagnosticata, una raffica di operazioni d'urgenza. Quindici anni spezzati in una settimana. Era una giovane campionessa di canottaggio, Cristina Mencarelli, tesserata con l'Azzurra di Civitavecchia. E' morta il 2 gennaio del 2011, dopo tre interventi di neurochirurgia effettuati all'ospedale San Filippo Neri. La Procura sembra non avere dubbi: la morte di Cristina poteva essere evitata. Per questo motivo, gli inquirenti hanno chiesto la condanna a 4 anni di reclusione dei 6 dottori che hanno seguito il decorso postoperatorio della ragazza. I camici bianchi sono accusati di omicidio colposo. Come si legge nel capo d'imputazione, «per colpa, consistita in negligenza, imprudenza e imperizia professionale, cagionavano la morte della giovane, omettendo qualsiasi condotta idonea a impedirla». In sostanza, i medici non avrebbero diagnosticato tempestivamente le problematiche e non avrebbero adottato «le idonee misure farmacologiche».

L'inchiesta è scattata dopo la denuncia sporta dai i genitori di Cristina.

LA DENUNCIA

Il 10 dicembre del 2010 avevano portato la figlia al pronto soccorso dell'ospedale di Civitavecchia per un controllo. La ragazza accusava infatti fortissime emicranie e vomito. Una tac aveva svelato che quei disturbi erano causati da un adenoma ipofisario alla testa: una patologia il più delle volte benigna e curabile. I medici avevano consigliato di trasferire Cristina al San Filippo Neri, per sottoporla ad una risonanza magnetica. Arrivata a Roma, la paziente era stata ricoverata. Dopo qualche accertamento, i chirurghi avevano deciso di intervenire. La prima volta, Cristina era finita in sala operatoria il 22 dicembre: l'adenoma era stato rimosso e l'intervento sembrava riuscito. Il giorno seguente la ragazza si era però svegliata con la vista offuscata. Il pomeriggio della vigilia di Natale, la quindicenne aveva perso conoscenza. Il 26 dicembre la ragazza aveva avuto una crisi con convulsioni. Dopo un'iniezione di sedativo era stata trasferita in terapia intensiva. Era stata sottoposta a un secondo intervento, ma non si era più ripresa. Dopo tre giorni era stata operata d'urgenza. Cristina era poi entrata in coma e non si era più svegliata.
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Il Messaggero