Cremazioni a Roma, ​burocrazia e pochi forni: per le cremazioni attese di oltre un mese

Al Flaminio circa 1.300 salme in coda, chi si sposta fuori Roma paga 218 euro

Cremazioni a Roma, burocrazia e pochi forni: per le cremazioni attese di oltre un mese
Anche più di un mese per poter cremare una salma, con i familiari costretti a tenere i propri cari defunti per settimane in una cella frigorifera. E ce ne sono tanti in...

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Anche più di un mese per poter cremare una salma, con i familiari costretti a tenere i propri cari defunti per settimane in una cella frigorifera. E ce ne sono tanti in questa situazione, a Roma: tra mille e 1.300, secondo le stime degli operatori del settore delle onoranze funebri, in attesa al cimitero Flaminio. Il numero di cremazioni richieste nella Capitale si è moltiplicato nel giro di due decadi: dalle 3.711 del 2001 alle 16 mila dell'ultimo anno, su circa 30 mila morti totali. Insomma, questa opzione è scelta adesso in più della metà dei casi (il 53 per cento circa). Ma le strutture (e la burocrazia) non hanno saputo adeguarsi. E così l'attesa media attuale per una cremazione è 25 giorni, a cui se ne aggiungono altri 25-30 per poter tumulare le ceneri.

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L'ITER
Il primo problema, secondo i rappresentanti delle 500 imprese laziali del settore, sarebbe infatti legato al contratto di servizio tra Ama e il Campidoglio, che non permette il passaggio diretto tra la famiglia e l'ufficiale di Stato civile per ottenere l'autorizzazione: la domanda va presentata all'Ama, che a sua volta la rivolge all'ufficiale di Stato civile, il quale la rimanda indietro alla municipalizzata per il via libera alle imprese funebri. A questo si aggiunge l'insufficienza dei forni disponibili, per colmare le quali il Campidoglio ha recentemente stanziato tre milioni di euro, per aprire tre nuove linee a Prima Porta. Di contro, nonostante gli annunci dell'amministrazione comunale, non è stata ancora abolita la tassa della cremazione fuori impianto, pari a 218 euro: aggiungendo così il danno alla beffa per chi è costretto ad andare fuori città per far cremare il caro estinto. La cancellazione del balzello deve esser e inserita in delibera, con la stessa Ama favorevole, che però non è ancora pronta. Una volta approvato, il provvedimento potrebbe ridurre le attese al cimitero Flaminio.

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I NUMERI
Problemi, poi, si registrano anche nelle strutture attive. «Da oltre un anno l'impianto crematorio del Flaminio è in manutenzione e non riesce a garantire la domanda e così si effettuano la metà delle cremazioni che sarebbero necessarie, poco più di 30 al giorno», sottolinea Flavia De Gregorio, capogruppo della lista Calenda in assemblea capitolina. Secondo l'Ama, però, la situazione è sotto controllo: «Presso il cimitero Flaminio i servizi di cremazione sono regolarmente garantiti con circa 65 operazioni giornaliere, dato assolutamente in linea con la media delle richieste presentate dall'utenza», spiegano dall'azienda di via Calderon de la Barca. Nel frattempo, a febbraio la municipalizzata ha avviato la manutenzione sui sei forni esistenti, che terminerà a luglio, con l'obiettivo di essere pronti per il periodo estivo, quando il numero di decessi abitualmente cresce.

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Il Messaggero