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Reparti ingolfati e ricoveri a rilento: l’emergenza è scattata nei pronto soccorso della capitale. Con il numero dei pazienti positivi al coronavirus che continua a salire e che si somma agli altri malati da curare, le strutture sanitarie sono in affanno. Dal San Camillo, al policlinico Casilino fino al Grassi di Ostia. Ieri erano almeno 100 i pazienti, nelle diverse strutture ospedaliere della città, in attesa di un letto. Con l’appello dei medici di andare in ospedale «solo se strettamente necessario». Il timore infatti è quello di non riuscire, già nei prossimi giorni, a smaltire i pazienti in entrata e i nuovi contagiati. Un momento delicatissimo dunque, tanto che la Regione ha avviato una serie di misure per alleggerire la pressione intorno all’intero sistema sanitario.
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I POSTI LETTO
L’attesa per un posto letto, e quindi il ricovero, si è già allungata. Al pronto soccorso del San Camillo da venerdì un paziente, positivo al Covid è in attesa di una sistemazione in reparto. Ha accusato un malore, svenendo in strada. Soccorso è stato poi trasportato nella struttura di via Gianicolense dove è risultato contagiato. I medici hanno attivato la procedura - disponendo la quarantena per la famiglia - ma ancora ieri era in attesa di un posto letto. Lo stesso negli ultimi tre giorni si è registrato al policlinico Casilino. Dove, dopo l’impennata di contagi, i reparti sono ingolfati e i pazienti costretti a lunghe attese prima di essere ricoverati o trasferiti.
LE CONTROMISURE
Una situazione che la Regione Lazio aveva, almeno in parte, previsto. Tanto da inviare a tutte le strutture ospedaliere una nota: «Lo scenario attuale di aumento di ricoveri di casi confermati Covid 19 - si legge nel documento- rende necessario un incremento della dotazione dei posti letto dedicati. Tutte le strutture di ricovero dovranno essere pronte a gestire i pazienti ad alto rischio infettivo». E dunque, è stata attivata la riapertura dei reparti covid che nei mesi estivi erano stati via via chiusi con il calare dei contagiati. Sono già stati riaperti quelli al Celio e all’ospedale Israelitico, per un totale di 1127 posti letto di cui 200 di terapia intensiva.
LA FASE VI
Una misura che ha consentito di affrontare l’impennata autunnale: «soprattutto nella città di Roma - si specifica - in cui gli ingressi al pronto soccorso e i conseguenti ricoveri, hanno superato il 92% del valore storico». Ma per la fase VI, che conferma l’aumento dei contagiati, è stato necessario allargare la rete di assistenza. Con altri 500 posti lettodestinati ai pazienti “in transito” o isolamento domiciliare, accordati con le strutture alberghiere: Villa Primavera, Casa San Bernardo, Urban e Francalancia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero