OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Ogni giorno, quando torna a casa, Giulia compie lo stesso identico rituale: scarpe sul tappetino, vestiti tolti sull’uscio di casa e buttati velocemente in lavatrice, una doccia al volo per cercare di lavare via la sofferenza che ha visto negli occhi di tutti i pazienti ricoverati per il Covid. Ma c’è una cosa che Giulia, medico chirurgo del San Filippo Neri, non riesce mai a levarsi di dosso. Ed è la paura, che condivide con amici e colleghi, e che le fa ripetere continuamente: «Ma io posso abbracciare i miei figli?». Se sì, con quale tranquillità può farlo? Se è no, fino a quando negherà alle persone che ama, oltre che il tempo, anche il suo affetto?
Covid, a Roma la carica dei finti malati: inutile un tampone su tre
Ai bambini ha cercato di spiegarlo: «Mamma lavora in ospedale, lì c’è più possibilità di prendersi il virus», ma quando il piccoletto di 6 anni le si attacca alle gambe per giocare o l’altro figlio di 10 le chiede: «Facciamo i compiti insieme?», ecco lei in quel momento vorrebbe tornare alla sua normalità, giocare sul lettone tutti insieme, fare la lotta. Ma Giulia, oltre che una madre, è anche un medico ed ora ha un’altra battaglia da combattere. E quando torna a casa di notte, stremata dopo il turno di lavoro, i suoi bimbi li bacia da lontano mentre dormono convinta che presto i sogni di tutti saranno migliori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Messaggero