Sta bene Noha, il bimbo di 3 chili e 300 grammi nato giovedì mattina al Gemelli di Roma da una mamma positiva al Covid-19. Beve con il biberon il latte materno, piange,...
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Coronavirus, mamma positiva dà alla luce due gemelli sani
Anche la mamma di Noah è in buone condizioni, nonostante presenti una polmonite da Covid. Il bimbo è nato con taglio cesareo elettivo, eseguito per indicazione materna (la donna aveva già avuto in precedenza un taglio cesareo). Il piccolo Noah è stato separato dalla mamma subito dopo la nascita.
«In questi casi - spiega il professor Vento - non è consigliato il bonding (il contatto pelle a pelle) e nemmeno il ritardato clampaggio del cordone ombelicale, che sono due pratiche normalmente eseguite in tutti i parti, spontanei e cesarei. È preferibile evitarli, per minimizzare il rischio di trasmissione dell'infezione.
«La maternità - spiega Antonio Lanzone, direttore unità operativa complessa di Ostetricia e Patologia ostetrica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e Ordinario di ostetricia e ginecologia, Università Cattolica del Sacro Cuore - non viene complicata in maniera peculiare dal coronavirus. Le donne che contraggono l'infezione in gravidanza infatti sembrano comportarsi in maniera simile a quelle colpite da altre virosi, anche perché nella maggior parte dei casi le donne gravide con infezione da Covid-19 presentano sintomi lievi.
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Da subito il Policlinico Gemelli, per la sua policy di centro di riferimento regionale per le gravidanze Covid (insieme all'Umberto I) ha applicato alle donne in gravidanza un criterio di eleggibilità al tampone faringeo molto più ampio rispetto ad altre categorie di pazienti. Il tampone viene cioè fatto a tutte le donne incinta con sintomi respiratori anche sfumati, senza bisogno che vi siano febbre elevata e tosse importante».
Per mettere in sicurezza tutte le donne in gravidanza, il Gemelli ha organizzato due percorsi separati. Se la paziente è Covid positiva, viene immediatamente avviata in un zona di isolamento, dotata al momento di 12 letti, presso il reparto di Patologia Ostetrica, del tutto separata dagli altri posti letto e dotata anche di attrezzature autonome (cardiotocografo, ecografi, lettore di equilibrio acido-base, ecc), per non contaminare le altre porzioni dei reparti di ostetricia. Se la paziente con infezione da Covid-19 è in travaglio, va avviata in una stanza appositamente predisposta in sala parto, con un percorso, anche in questo caso diverso e separato, rispetto a quello alle altre donne in gravidanza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero