Sanificazioni, obbligo di mascherina nei negozi, distanziamento di 1,5 metri all'aperto, rapporto inderogabile tra spazi commerciali e persone all'interno dei locali (10...
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Coronavirus, nella fase 2 ecco cosa servirà per uscire di casa
I commercianti hanno chiesto l'obbligo di mascherina per entrare nei negozi. È un punto che dovrebbe essere accolto (in molti supermercati del resto è già così). Non sarà indicata una categoria di mascherine in particolare, andranno bene anche quelle di stoffa riutilizzabili 50 e più volte.
STUDI E SERVIZI
Il 4 riapriranno fabbriche e cantieri, ma si sta discutendo anche la possibilità di allargare il perimetro agli studi professionali e ai servizi. Poi dovrebbe toccare al commercio non-food. Per le regole di ristoranti e bar invece è tutto rimandato a una fase successiva, spiega Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma. «Lo stesso discorso - aggiunge - vale per palestre, centri benessere ed eventi culturali: ne parleremo in un secondo momento con equilibrio, ora stiamo cercando di capire cosa si può riaprire subito».
BOOM DI SMART WORKING
Per alcune categorie di negozi si parla anche di barriere alle casse e gel disinfettante. All'aperto il distanziamento minimo sarà di 1,5 metri-2 metri. Per le aziende c'è l'ipotesi di istituire, sul modello del medico competente, un referente per il Covid-19, il quale dovrà elaborare un piano per gestire eventuali isolamenti nel caso di un contagio, in raccordo con la Asl, e sanificazioni. Per gli uffici e le attività non a contatto con il pubblico, la Regione chiederà di rimanere ancora in smart working, modalità che nel Lazio è stata utilizzata dal 45% della forza lavoro, contro la media nazionale del 26%.
«PIÙ CORSE SUI BUS»
Il vice-governatore Daniele Leodori ha spiegato che le linee guida si baseranno su 5 P: «Prudenza, prevenzione. protezione con gli strumenti necessari, progettualità e piccoli passi, perché la riapertura sarà progressiva».
Il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello, ha ricordato che nel Lazio «il 37,3% delle aziende sono sempre state aperte e il 36,1% ha avuto una chiusura parziale, mentre a livello nazionale è rimasto sempre aperto il 29.7% delle aziende». Significa, per il leader di Unindustria, che «le aziende possono garantire la sicurezza dei lavoratori, si riparta quanto prima». Oggi nuovo vertice tra Regione e Prefettura, stavolta con il Campidoglio. Obiettivo: riorganizzare i trasporti. Con i bus contingentati, dice la Pisana, servono più corse. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero