Un giornalista Rai positivo al Coronavirus è stato ricoverato allo Spallanzani di Roma. Lo ha reso noto l'azienda che sottolinea che «il dipendente è...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Coronavirus a Pomezia, il contagio collegato al concerto dei Jonas Brothers ad Assago
«L'Azienda - sottolinea la nota - è da giorni impegnata in un costante presidio di tutela dei propri dipendenti dall'epidemia. Le misure sono state ulteriormente rafforzate in queste ore e la Rai ha emanato nuove disposizioni per innalzare ulteriormente il livello di attenzione per chi si trova o si è trovato nei pressi delle aree rosse e gialle».
L'assessorato alla Salute della Regione Lazio precisa che il dipendente Rai ha un link epidemiologico con zone del Veneto dove si era recato per lavoro. Non è un nuovo caso ma era già inserito nel bollettino di ieri dell'istituto Spallanzani.
LEGGI ANCHE Coronavirus, ultime notizie
Preoccupazione stampa romana. «La positività al tampone del coronavirus di un collega Rai ripropone il tema della protezione della salute di giornalisti e giornaliste impegnate in una attività fondamentale che è quella di informare il paese alle prese con una emergenza sanitaria». Lo afferma, in una nota, la Segreteria dell'Associazione Stampa Romana. «Salutiamo con favore il fatto che il collega Rai non sia mai rientrato in redazione ed abbia seguito un percorso sanitario protetto che lo ha portato allo Spallanzani. Tuttavia il collega ha lavorato non in zona rossa ma nelle aree vicine. Dunque le aziende devono impegnarsi su richiesta dei Cdr e del sindacato territoriale a mettere in campo tutte le azioni più idonee a ridurre al minimo le possibilità di contagio, prevedendo procedure certe per chi è inviato e deve rientrare al lavoro in redazione e azioni di radicale sanificazione dei luoghi di lavoro in cui operano le redazioni», conclude Stampa Romana. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero