La Pasqua come una volta, senza farina e senza abbacchio: ma era bella davvero?

A Roma si riscoprono i terrazzi condominiali
Dunque i romani hanno scoperto che i terrazzi condominiali servono a qualcosa. Fino a un mese fa erano una terra di nessuno destinata alle parabole televisive e alle ventole...

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Dunque i romani hanno scoperto che i terrazzi condominiali servono a qualcosa. Fino a un mese fa erano una terra di nessuno destinata alle parabole televisive e alle ventole dell’aria condizionata, ora sono luoghi vivi dove si va a correre, a fare ginnastica, a far sfogare i bambini, a respirare un pezzo di cielo bevendo un bicchiere e sparandosi un po’ di musica con il telefonino. In fondo è un ritorno al passato, all’epoca che soltanto i nonni possono ricordare. I meno anziani l’hanno vista solo nei film: Totò che dà lezione di furto con scasso ai colleghi ladri, la Loren e Mastroianni che stendono i panni mentre la radio trasmette la parata del Duce. È uno dei tanti cambiamenti che ci hanno riportato alla vita di una volta, come le strade senza auto, il coprifuoco notturno, il pane fatto in casa, gli assalti alla farina e oggi la Pasqua senza abbacchio non per scelta animalista ma perché dal macellaio non si trova più. Abbiamo capito che alla fine i bei tempi andati non erano poi questo granché, e oltretutto i nonni ci avvertono che all’epoca si stava ancora peggio di oggi: «Non potevamo darci gli appuntamenti in videochat, e quando sentivamo gli aerei passare ci mettevamo a pregare in ginocchio sotto al tavolo per paura dei bombardamenti». Chissà, forse dopo questa brutta esperienza la smetteremo di rimpiangere il passato e impareremo a rivolgere lo sguardo verso il futuro.


pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero