Si allarga sempre di più la rete dei contagi che fanno capo al 43enne del Bangladesh che lavorava come lavapiatti e aiuto cuoco all’interno dello stabilimento...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Coronavirus, a Roma chiuso il mercato Esquilino: «Rischio per la salute»
Coronavirus, nel Lazio 20 casi in 24 ore: oltre la metà arrivano dall'estero (Bangladesh, India e Iraq)
I TIMORI
C’è anche chi teme che venga allestita una «zona rossa» e si prepara a partire: «Ho deciso: passerò qualche mese al Sud con la famiglia, dai nostri genitori», racconta Antonio, 36 anni, a Dragona. La Comunità bengalese è da tempo sorvegliata speciale ad Acilia, come nel resto della Capitale. Numerosi i casi di contagi di importazione, specie prima dello stop dei voli da quel Paese. La Regione ha disposto tamponi a tappeto, finora ne sono stati fatti 6mila. In via dei Remi, dove abita il 43enne impiegato allo stabilimento c’è chi ha già innalzato le barricate: «Qui servirebbero i militari - dice Luigi De Angelis del comitato di quartiere Prato Cornelio - i soldati dell’Esercito per far rispettare le regole a tutti. Non è una questione di discriminazione ma di convivenza reciproca e soprattutto rispetto della salute».
«Si guardi intorno - dice una anziana - nessuno che mantenga le distanze».
IL BOLLETTINO
Intanto, nel Lazio si sono registrati ieri 20 nuovi casi. «Di questi - spiega l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato - 13 sono casi di importazione: 11 casi sono di nazionalità del Bangladesh, un caso di rientro dall’Iraq e uno dall’India». Nella Asl Roma 1, si registrano 3 nuovi casi tutti isolati a domicilio e non correlati tra loro. Nella Asl Roma 2, degli 8 nuovi casi nelle ultime 24 ore, 5 sono persone di nazionalità del Bangladesh; un caso di un uomo segnalato dal medico di medicina generale e un caso di una donna individuata al test sierologico. Nella Asl Roma 3, ai sei bengalesi si aggiunge anche una donna sbarcata dall’Iraq via Istanbul. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero