Un anno di covid vissuto da single: quante storie d'amore mancate

Un anno di covid vissuto da single: quante storie d'amore mancate
Per l’Istat sono “nuclei familiari monopersonali”, nel linguaggio comune “single”. Una canzone di Gaber invece li chiamava “I soli”, che...

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Per l’Istat sono “nuclei familiari monopersonali”, nel linguaggio comune “single”. Una canzone di Gaber invece li chiamava “I soli”, che è la definizione migliore soprattutto da quando la pandemia ha chiuso la loro vita in un recinto di silenzio. La storia di Franca è una delle tante, niente più che un esempio. Fino a marzo la sua esistenza di trentenne libera era una successione di opportunità, ora è diventata un insieme di vuoti, di assenze. Qualche incontro lo ha anche avuto, per carità. L'estate scorsa in Puglia, in quel po’ di vacanze che ha potuto fare, Franca ha conosciuto Gianni, che le piaceva molto. Pareva potesse nascerne qualcosa, ma poi lui l’ha guardata negli occhi, sopra la mascherina, e le ha detto: «Perdonami, di questi tempi non me la sento». Qualcosa poteva nascere anche con Leo, un collega di lavoro, che forse le piace un po’ meno ma comunque pure lui arrivati al dunque le ha detto: «Non è prudente, aspettiamo». Poi però Leo è tornato all’attacco: «Che ne dici se sabato vengo a cena da te?». E anche Gianni si è rifatto vivo. «Ti chiamo dalla Puglia, sabato passo per Roma: vorrei vederti, anzi mi piacerebbe dormire da te». Tutti e due lo stesso giorno, neanche a farlo apposta. Quando troppo e quando niente, ha pensato Franca, e poi ha deciso di dire sì a Leo: l’idea di ospitare Gianni per tutta la notte non la convinceva. La cena, due chiacchiere, quattro risate, ma giunto il momento di scambiarsi un po’ di droplet Franca si è tirata indietro. «Forse lui non mi piaceva abbastanza, o forse è davvero la paura del covid. Speriamo che arrivi presto questo benedetto vaccino».


 

pietro.piovani@ilmessaggero.it

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Il Messaggero