Non si fermano neanche davanti al Covid-19. Del virus che tiene lontani gli utenti dai pronto soccorsi e dagli ospedali, preoccupati di potere entrare in contatto con potenziali...
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Non passano nemmeno 24 ore che i militari della stazione “Macao” tornano all’Umberto I, questa volta per una romana di 45 anni S. M. che aveva appena preso il portafoglio dalla borsa di una donna che era in attesa di triage nella sala d’attesa del pronto soccorso. Dentro c’erano 150 euro. Ma la vittima se n’è accorta, ha attirato l’attenzione dei sanitari, la 45enne nel frattempo aveva provato a disfarsi della borsa e si era nascosta chiudendosi a chiave dentro un bagno. Anche in questa occasione non le è servito a nulla. Uscita, ha trovato i carabinieri che l’hanno denunciata per furto. L’ennesimo che tentava di mettere a segno in un ospedale della Capitale, il suo “curriculum” di borseggiatrice racconta di altri raid commessi soprattutto al San Camillo (qui due settimane fa fu commesso un clamoroso furto di una scheda madre del pc che avrebbe dovuto alimentare il nuovo laboratorio Covid) e al Policlinico Casilino. G. M., che nell'ultimo periodo si è stabilizzato a Roma, l’ultima tacca nel casellario criminale l’aveva segnata alla fine dell’anno scorso quando era stato sorpreso a rubare all’interno del Sant’Andrea. Lei giovedì sera era di nuovo in coda al pronto soccorso per una cefalea.
Insomma, specialisti dei colpi in corsia, senza paura davanti al nuovo virus e senza scrupoli nel “ferire” chi è malato e ancora più debole e indifeso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero