Comunali, grana contratto: dopo un anno è da rifare. Riecco i bonus automatici

Comunali, grana contratto: dopo un anno è da rifare. Riecco i bonus automatici
Sembrava una vicenda archiviata, dopo tre anni sull'ottovolante delle ispezioni ministeriali, delle proteste di piazza, delle trattative all'apparenza interminabili. A...

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Sembrava una vicenda archiviata, dopo tre anni sull'ottovolante delle ispezioni ministeriali, delle proteste di piazza, delle trattative all'apparenza interminabili. A luglio del 2017 la giunta Raggi era riuscita a mettere fine a una vicenda che si trascinava dal 2014, quando l'ex sindaco Ignazio Marino denunciò il sistema dei bonus a pioggia per i 24mila dipendenti comunali. Premi che insomma finivano nelle tasche di impiegati, vigili e maestre senza essere legati al rendimento, come invece chiedeva sia il ministero dell'Economia che la Corte di Conti. La giunta grillina, l'estate scorsa, centrò un obiettivo non scontato: la firma dei principali sindacati sul nuovo contratto, una mossa che non riuscì al centrosinistra, che invece si ritrovò a gestire il primo sciopero generale dei travet capitolini e una sfilza di proteste e assemblee.

Ora però tocca ricominciare da capo: il contratto dei comunali va cambiato. Dopo appena un anno. Il motivo, va detto, non è dipeso dal Campidoglio. Il fatto è che a fine maggio è stato sfornato il nuovo contratto dei dipendenti degli enti locali. L'Aran (l'agenzia del governo che si occupa della rappresentanza delle pubbliche amministrazioni) ha sottoscritto insieme ai sindacati il contratto collettivo nazionale del comparto funzioni locali, un corpaccione di 467mila addetti sparpagliati in regioni, comuni, camere di commercio e altri enti territoriali.
EXTRA AGLI UFFICI
Ora a Palazzo Senatorio tocca adeguarsi, mettendo mano di nuovo alle norme per i propri lavoratori, norme che alla fine impattano sui servizi per tutti i romani. Le trattative con i sindacati comunali sono già partite sottotraccia. Da quanto trapela, non dovrebbe cambiare la «produttività di ufficio», introdotta dai grillini nel 2017, cioè la distribuzione dei bonus in base al lavoro di squadra dei vari settori dell'amministrazione. Altre cose cambieranno. Per la Polizia locale, ad esempio, dovrebbero tornare alcuni premi pagati in automatico. Verrà introdotto un premio legato semplicemente al grado. Si chiama «indennità di funzione» e sarà liquidata a chiunque sia stato nominato caporeparto o responsabile di sezione. «É previsto dal nuovo contratto collettivo», dicono le sigle romane. Il premio vale fino a 3mila euro l'anno. Col contratto in vigore oggi, invece, è prevista un'indennità per «specifiche responsabilità», che vale di meno (2.500 euro) e soprattutto finisce in busta paga solo a chi si occupa di coordinare particolari attività, come le multe, la lotta agli abusivi, le rimozioni.
Nel nuovo contratto saranno previsti incentivi ad hoc per i tecnici che gestiscono gli appalti, un settore di cui pochissimi, in Comune, si occupano volentieri. Il nuovo gettone sarebbe proporzionale all'importo della gara. Dovrebbe essere rivisto anche il fondo per il salario accessorio, da cui sarebbero scomputati gli extra per i funzionari che hanno mansioni semi-dirigenziali (in gergo tecnico si chiamano «posizioni organizzative»). Il tavolo delle trattative apre formalmente il 17 settembre, spiega Giancarlo Cosentino, leader della Cisl Fp di Roma. «Speriamo - dice il sindacalista - di avere un contratto semplificato, che migliori le performance dei dipendenti e quindi i servizi per i cittadini».

Lorenzo De Cicco
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Il Messaggero