«Ma qual è il senso? Un monito alle nostre coscienze? Francamente, mi sembra un gesto modesto, che si espone ad una critica, perché pone un monumento prezioso...
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Colorare di rosso la fontana è arte? «L'azione come performance rientra in quel filone del contemporaneo che è l'arte comportamentale. Il problema è che qualunque forma d'arte deve sottoporsi al giudizio degli altri. Ed è proprio il commento che fa l'artista che trovo mediocre. È solo un luogo comune». Strinati ricorda ancora la prima volta della Fontana di Trevi colorata nel 2007, sempre in concomitanza col debutto del Festival del Cinema di Roma. «Quella prima azione poteva avere un senso. Ripeterla uguale la deprime molto. L'azione è forte in quanto originale e profonda. Replicarla non equivale ad un stimolo culturale. È solo da condannare».
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Il Messaggero