C’è una nuova inchiesta sugli abusivi che, da quasi 9 anni, occupano la struttura del Cinema Palazzo, a San Lorenzo, e che, stavolta, finiscono nel mirino della...
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LA GRANA GIUDIZIARIA
É stata la proprietà, la Area Domus, a segnalare alla Procura il furto di energia elettrica, visto che, da maggio 2019, la fornitura con la bolognese Hera (la stessa di Spin Time Labs), era stata interrotta. A nulla è valso il tentativo, lo scorso 28 novembre, di ripristinare la legalità nella cabina elettrica, che viene “sfruttata” per illuminare le attività abusive. «Nostro personale si è recato presso il punto di fornitura – si legge nella mail inviata da Areti (che si occupa dell’eventuale distacco) alla proprietà del cinema lo scorso 24 dicembre – in piazza dei Sanniti 9, rilevando che il locale è occupato e completamente blindato». «L’utenza elettrica – si legge – risulta cessata dal 2 maggio 2019. Tuttavia sembrerebbe comunque disporre di energia elettrica, presumibilmente derivante da allaccio abusivo, che non è stato possibile verificare in sede di intervento del 28 novembre». L’intervento dei tecnici sul contatore non ha avuto luogo, poiché «nonostante la richiesta di intervento da parte delle forze dell’ordine, le stesse hanno rifiutato di assistere il nostro personale». Per questo motivo, il pm Francesco Dall’Olio ha aperto un fascicolo, attraverso il quale bisognerà accertare anche le responsabilità di chi, lo scorso 15 ottobre, quando il cinema è stato sgomberato per appena un’ora, ha successivamente rotto i sigilli fatti apporre dall’ufficiale giudiziario. Quel giorno, infatti, gli occupanti riuscirono a riprendere illegalmente possesso della struttura (con tanto di sostegno del vice-sindaco, Luca Bergamo: «Questo presidio non va sgomberato», disse).
DISAGI PER I RESIDENTI
Ma adesso, gli inquirenti potrebbero anche voler fare chiarezza sulle circa 10 strisce blu sequestrate e che, «a causa dell’occupazione abusiva, creano un danno alle casse comunali di circa 240mila euro, da 8 anni a questa parte», come sostiene la Area Domus in una comunicazione inviata al prefetto lo scorso 3 dicembre.
Il Messaggero