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Incassavano i soldi per la cremazione dalle famiglie dei defunti, ma ingannavano i parenti e seppellivano le casse nell'area comune del cimitero. È accaduto a Prima Porta, nei primi sei mesi del 2020. Alcune agenzie funebri, dopo aver ricevuto il denaro, sotterravano nell'area comune le bare. Agli ignari familiari veniva consegnata l'urna cineraria con della terra.
Finte cremazioni, la truffa a Roma
La procura, a gennaio del 2020 aveva scoperto il primo caso. Adesso il sistema è stato definitivamente scoperchiato: i carabinieri del nucleo radiomobile hanno individuato altri episodi simili. I militari dell'Arma hanno scoperto 11 bare seppellite sempre nell'area comune del campo santo, nonostante i parenti avessero pagato per far cremare i loro cari nel forno del cimitero Flaminio. Tuttavia gli investigatori sono intervenuti poco prima che ai familiari venisse consegnato il vaso con la terra. Il sostituto procuratore Silvia Sereni indaga per truffa e ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro titolari di agenzie pompe funebri. Il fatto che questi ultimi possano aver contato sull'appoggio di qualcuno, che lavora al cimitero, è più di una mera ipotesi. Inoltre il sospetto degli inquirenti è che il fenomeno possa essere molto vasto.
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CORPI SEZIONATI
Intanto il nucleo Radiomobile dei carabinieri ha condotto un'altra indagine parallela, che ha portato alla luce il malcostume che regna all'interno del cimitero Flaminio: La salma mummificata veniva sezionata. Tagliata con un coltello e i resti buttati nell'ossario comune, con l'obiettivo di incassare i soldi imbrogliando i parenti dei defunti. È accaduto anche questo al cimitero Flaminio tra gennaio e febbraio del 2020.
A offendere i cadaveri, per arrotondare lo stipendio in questo caso sarebbero stati pochi dipendenti Ama infedeli e 3 impresari funebri.
Una circostanza che, per i parenti, comporta ingenti esborsi: devono pagare la cremazione. È di fronte a questo tipo di spesa imprevista che, per il pm Pietro Pollidori, sarebbe stata presentata ai familiari una ragionevole e meno dispendiosa soluzione: «le faccio spendere di meno». La proposta, avanzata da alcuni dipendenti dell'agenzia funebre, prevedeva, però, la macabra procedura e la divisione dell'incasso con i complici dell'Ama. Tre i casi accertati, per poche centinaia di euro. I parenti non immaginavano che i resti del loro familiare venissero tagliati da macellai improvvisati: alcuni dipendenti armati coltelli che avrebbero sezionato le salme mummificate, riducendo in pezzi il corpo nel giro di mezz'ora.
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LA NUOVA ACCUSA
Adesso la procura ha chiesto il processo per un nuovo caso. Si tratta sempre di finte cremazioni. Le bare venivano conservate nei magazzini del cimitero e dopo alcuni mesi venivano sotterrate nell'area comune del cimitero. Secondo la procura i 4 titolari delle pompe funebri facevano decorrere i tempi di deposito, incassando i soldi per la cremazione. Forse lo step successivo sarebbe stato quello di consegnare un'urna cineraria con della terra all'interno. Ma questo si è verificato in un solo caso, come è emerso da un'altra inchiesta.
Il Messaggero