Dall'XI secolo, vi esisteva già una chiesa: rifatta nel 1556, a spese della duchessa di Tagliacozzo, quando l'area viene donata a san Francesco Borgia, generale dei...
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LA MERCEDE
Bernini si fa aiutare da un suo collaboratore, Giovanni Mattia de Rossi; e così lusinghiero era il contratto, che, per ricompensa, i due si accontentano di ricevere il pane fresco quotidiano, ogni mattina, dai gesuiti novizi. Non si ricorda alcun altro «prezzo» analogo, o anche solo simile. L'edificio è giustamente chiamato «la perla del Barocco», anche per i marmi rosa all'interno: dalla singolare forma ellittica, l'interno è più largo che lungo; è composto totalmente dai motivi del costruire più classico: colonne corinzie, reminiscenze romane, un fregio dal sapore greco con ovali e parallelepipedi alternati. La sacrestia, berniniana, è tra le più belle della città: con armadi in noce, la Gloria di Sant'Andrea affrescata sul soffitto da Jean de la Borde (1670), le Storie dei Gesuiti; da lì, si va in un cortile, con un San Giovanni Battista di Benedetto da Maiano.
CAPPELLE
Sull'altar maggiore, il Martirio di Sant'Andrea di Jacques Courtois, il Borgognone, sovrastato da una raggiera dorata, splendida, con angeli e cherubini di Ercole Antonio Raggi, per trent'anni collaboratore di Bernini, che è autore della cappella maggiore, con l'altare in lapislazzuli e bronzo dorato. Le altre quattro cappelle mostrano quadri di Carlo Maratta e Giovan Battista Gaulli, il Baciccia. In una, il monumento funebre di Carlo Emanuele IV di Savoia che abdicò nel 1802, perduto il Piemonte ad opera dei francesi; e 13 anni dopo, due prima di spegnersi, entrò nel noviziato dei Gesuiti. E nel convento, sono ricostruite le stanze di san Stanislao Kostka, con la statua di lui morente composta di vari marmi da Pierre Legros, e le sue opere dipinte in 11 acquerelli da Andrea Pozzo, tre dei quali ne raccontano i miracoli. Segno dei tempi, tuttavia, il Noviziato è oggi la sede del Demanio. Il gesuita polacco vi morì nel 1568, ed è il patrono dei novizi della Compagnia. Ma nel 1872, parte del convento è annessa dalla Corona, e diventa il ministero della Real casa; così, è necessario spostarne le reliquie.
FACCIATA
Nella chiesa del Policleto (il «chiamato per primo»), è la facciata a costituire un altro, pregevolissimo, «unicum». I lavori per costruirla durarono 13 anni; ma Bernini pensò a un ingresso teatrale: un proscenio ricurvo, dentro cui è incassata la facciata; una scalinata semitonda porta al protiro retto da due colonne, con sopra lo stemma del principe Pamphilij; due lesene lo inquadrano, fino al timpano. Per qualcuno, è «un gioco di luci e ombre che prelude al Rococò». A poca distanza, un'altra chiesa assai importante nel panorama cittadino; ne è il contraltare, un passo fondamentale nella «guerra degli architetti»: san Carlino alle Quattro Fontane, capolavoro di Francesco Borromini, è quasi la risposta a questo Sant'Andrea.
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Il Messaggero