Roma, centro per disabili in stato di abbandono, i familiari: «Situazione intollerabile»

Roma, il centro per disabili è in stato di abbandono, la protesta dei familiari
Una manifestazione per protestare contro la carenza di personale e il conseguente stato di abbandono della struttura gestita dalla Croce Rossa (Area metropolitana di Roma) e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una manifestazione per protestare contro la carenza di personale e il conseguente stato di abbandono della struttura gestita dalla Croce Rossa (Area metropolitana di Roma) e accreditata quattro anni fa dalla Regione Lazio. E' la protesta organizzata questa mattina dai familiari dei trentanove ricoverati presso il Centro Educazione Motoria di via Ramazzini. «I nostri figli - ha detto Maria Concetta Cidoni, 80 anni, mamma di una paziente e promotrice dell'iniziativa - sono qui da tantissimi anni. Oramai la considerano la loro vera casa. Da qualche tempo la situazione è diventata intollerabile. Basti pensare che durante le festa c'erano solo due infermieri che si prendevano cura di tutti i degenti. Siamo noi familiari, quindi, che dobbiamo sopperire a queste carenze. Ci sono parenti di malati che hanno dovuto lasciare il lavoro pur di stare accanto ai loro cari». 


La Croce Rossa da parte sua ha respinto le accuse: «Va sottolineato - ha detto la presidente della Croce rossa di Roma, Debora Diodati - il fatto che siamo stati sempre valutati positivamente da tutte le verifiche ispettive effettuate dalla ASL» ma ha anche ammesso che «la Regione Lazio e la ASM RM 3 hanno garantito delle unità operative in più per tre mesi e per anni abbiamo messo risorse aggiuntive per coprire carenze del budget regionale ma oggi non siamo più in condizioni di sostenerlo. Siamo convinti che le forme di disabilità gravi e gravissime che assistiamo meriterebbero un maggiore sostegno che possa garantire un'assistenza individuale».

«Se questo però non è possibile allora forse il CEM non è il luogo adatto per loro ma va adeguato ad ospitare persone che abbiano forme di disabilità commisurate al tipo di assistenza garantita. Sono questioni da affrontare con il dovuto senso di responsabilità e senza slogan». Insomma una situazione ingarbugliata che potrebbe sbrogliarsi il prossimo martedì quando in commissione sanità alla Pisana ci sarà propria un'audizione sulla vicenda voluta dal consigliere regionale di Fratelli D'Italia, Chiara Colosimo: «È evidente - ha spiegato la Colosimo - che la situazione non può andare avanti così e che l'esasperazione delle famiglie è arrivata al limite. Non è nostro interesse sapere di chi è la responsabilità di questa situazione, ma è nostro dovere trovare la soluzione per risolverla».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero