Cena di pesce da record: 1.200 euro in un ristorante di Roma

Cena di pesce da record: 1.200 euro in un ristorante di Roma
«Ecco il conto», si sono sentiti dire e in tavola è arrivato uno scontrino da 1.235 euro e 50 centesimi. É successo a...

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«Ecco il conto», si sono sentiti dire e in tavola è arrivato uno scontrino da 1.235 euro e 50 centesimi.


É successo a sette turisti thailandesi in gita a Roma all'inizio del mese scorso e che, dopo avere saldato la fattura, si sono recati negli uffici del Commissariato Trevi Campo Marzio per presentare una denuncia contro i proprietari del locale nel quale avevano cenato, il ristorante ”Al Presidente” di via In Arcione, a due passi da Fontana di Trevi. Secondo i turisti asiatici il prezzo sarebbe stato maggiorato di oltre 900 euro a causa di «15 chili di pescato» messi in parcella ma mai richiesti e soprattutto mai consumati.









A TAVOLA

L'episodio è avvenuto il 6 settembre scorso. «Verso le 21 - racconta uno dei thailandesi che ha presentato la denuncia - sono andato insieme agli altri sei connazionali al ristorante di via In Arcione. Nel locale ho ordinato alla carta una porzione di prosciutto e melone, un'impepata di cozze, linguine di mare e spaghetti alle vongole. Più acqua e vino».

Dopo avere consumato i piatti, quando la cena già volgeva al termine, uno dei camerieri si è avvicinato al tavolo per chiedere ai clienti se avessero voluto ordinare altre pietanze. «A quel punto - continua il racconto del turista - ci ha consigliato di farci assaggiare altro pesce e, nonostante il diniego mio e degli altri commensali, l'oste ha insistito e poco dopo ci ha portato del pesce in tavola». Una portata che, spiegano i denuncianti, consisteva in un pesce intero posto in un vassoio, alcuni gamberi e quattro o cinque ostriche. «Ma né io né i miei amici abbiamo mangiato questo pesce, perché eravamo già sazi. L'uomo che ci ha servito però ci ha portato il conto: 1235,50 euro, di cui 900 euro per il pesce non richiesto, che loro avevano quantificato in oltre 15 chili di pescato e che assolutamente non ci sono stati portati, avendo visto noi solo una cernia di media grandezza e alcuni gamberi e ostriche». Alla fine, «intimoriti e per non avere discussioni», hanno pagato con una carta di credito, non disponendo ovviamente di contanti per la cifra astronomica richiesta. Ma il giorno successivo hanno presentato denuncia. E ora sarà la Procura ad occuparsene per accertare se la fattura presentata dai ristoratori era motivata oppure no.



IL LOCALE

I proprietari del locale, da parte loro, confermano l'importo totale di oltre 1.200 euro, ma sostengono che «tutto il pesce portato era stato richiesto e consumato». Anche se non è la prima volta che un conto a quattro cifre viene scodellato in tavola. Poche settimane fa a due turisti giapponesi, nello stesso locale, vennero addebitati 1.200 euro. «Ma in quel caso avevamo fatto un errore nei conteggi e gliene abbiamo restituiti oltre 600», spiega la responsabile della cassa.



VITTIME STRANIERE


Erano due giapponesi anche i turisti truffati, nel 2009, al ristorante il Passetto, lo storico locale dietro piazza Navona frequentato da vip e politici. In quell'occasione ai due clienti era stato portato a tavola un conto da 695 euro, comprensivo di una più che lauta mancia di 115 euro mai autorizzata. Dopo la denuncia la polizia richiese i controlli sanitari da parte del Servizio Igiene Alimenti della Asl che ha disposto l'immediata chiusura per gravi carenze igienico sanitarie del locale. Due anni dopo invece una comitiva di 9 amici andata a mangiare a una trattoria dietro Castel Sant'Angelo si ritrovò a fine cena una fattura da quasi 600 euro da saldare. E la lista si infittisce con bar e gelaterie del centro: tre cappuccini e tre tiramisù in un bar di piazza Cavour a 72 euro nel 2013 e tre gelati a 46 euro in un bar a Fontana di Trevi ad agosto scorso. Le vittime erano sempre straniere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero