Prima di Natale l'ultimo blocco di cemento sarà rimosso dal borghetto dei Casamonica, in via del Quadraro 110. E da allora si inizierà a pensare al futuro di...
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Il passo successivo dell'amministrazione capitolina, comunque, per una delle ormai ex roccaforti dei Casamonica (qui ci abitavano Guerrino, ma anche Luciano l'uomo considerato l'ufficio stampa del clan che ha preso parte ad alcune fiction televisive ed è il cugino dell'altro famoso Luciano Casamonica, l'uomo fotografato in una cena con Salvatore Buzzi) è segnato: quando si spegnerà il motore della ruspa, si procederà alla bonifica dell'area. Un'operazione di per sé complessa giacché i Casamonica ma anche i parenti come i Bevilacqua, gli Spinelli, i Morelli, ovvero tutti coloro che hanno costruito e abitato illegalmente le ville oltre a edificare in superficie, secondo le prime rilevazioni, avrebbero anche inficiato la salubrità del terreno sotterrando rifiuti di ogni tipo per eliminare le pendenze di quella che a tutti gli effetti è una collinetta. Ecco che in breve si arriva a gennaio quando partirà la terza fase per stabilire come recuperare la piazzola che tecnicamente fa parte del parco dell'Appia Antica. «L'area è di proprietà del Campidoglio e in parte della fondazione Gerini spiega la presidente del VII Municipio, Monica Lozzi ma è una zona che non potrà essere edificata (pendono infatti tre vincoli: archeologico, paesaggistico e ferroviario) quindi si potrà procedere con un recupero che rispetti le prescrizioni».
«PROCESSO PARTECIPATO»
Il Municipio in questa fase vorrebbe coinvolgere la cittadinanza: «Pensiamo che consultando i residenti che meglio conoscono questa porzione di quartiere conclude la presidente Lozzi ed ascoltando le loro eventuali proposte, si potrà arrivare ad una decisione davvero condivisa da tutti». Per il momento si continua ad abbattere quelle villette dalle quali sono stati portati via mobili e oggetti. Tutto il materiale, catalogato e diviso per famiglie, è stato accatastato in 18 container che il VII Municipio ha affittato (isolando una parte dei 600 mila euro messi a disposizione per tutta l'operazione) e allestito in un'area del Centro Carni sulla Togliatti. I Casamonica e i loro parenti avranno a disposizione 20 giorni per ritirarli. Dopodiché il materiale o verrà mandato in discarica o come auspica il VII Municipio verrà devoluto a enti benefici. Per ora è arrivata una sola richiesta di recupero del mobilio, quella di Loredana Spinelli, la donna che con la famiglia aveva tirato su la seconda villa abbattuta ieri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero