A spasso per le vie di Casalotti, è tutto un «ci ha pensato Sandro». La rotatoria malconcia? Il giardinetto ridotto a simil-giungla? Il marciapiede sbeccato e...
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Una mattina d’agosto, era l’alba, ho deciso: almeno un’ora al giorno la dedico al mio quartiere». Sandro Francesco Piave ce lo racconta dalla “rotatoria delle farfalle”, su via di Casalotti. Rimessa a lucido, con piante di ogni specie, soprattutto mimose di un giallo che ammalia. «La sindaca è andata a inaugurare un parchetto che io avevo cercato di rendere accogliente. Non mi hanno neanche invitato, ma pazienza, non voglio fare polemiche, né politica, è solo che amo questo quartiere, tutto qui». E mostra un sorriso sincero. Gli abitanti di Casalotti hanno lanciato una petizione chiedendo al Campidoglio «un pubblico encomio».
È online da pochi giorni, ha già raccolto 479 firme. «Mi aiutano tutti - dice ancora Sandro - chi mi da i buoni benzina, chi mi offre da bere, chi mi taglia il legno per aggiustare le panchine». La buona volontà non arriva a tutto. Per esempio sul fronte dei trasporti, altra piaga. «Lo sa quanto ci si mette per arrivare da Boccea? Un’ora. E in teoria è qui dietro», dice Carlo Ceccarelli, 49 anni, addetto delle pulizie. «Io per andare al lavoro, sulla Nomentana, ci impiego due ore. Due. Mi sveglio alle 4.30, prendo il bus notturno. E fino a qualche anno fa dicevano che qui sarebbe arrivata la metropolitana».
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Il Messaggero