La casa brucia, perdono tutto: «Noi, salvati dal cuore dei romani». Già raccolti 80.000 euro

L’abitazione della famiglia Fratini era andata a fuoco per un incidente domestico

La casa brucia, perdono tutto: «Noi, salvati dal cuore dei romani». Già raccolti 80.000 euro
«Ci sentiamo come una famiglia nella grotta». Il miracolo di Betlemme targato fine 2021 ha il volto concreto della solidarietà, tanta improvvisa inaspettata...

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«Ci sentiamo come una famiglia nella grotta». Il miracolo di Betlemme targato fine 2021 ha il volto concreto della solidarietà, tanta improvvisa inaspettata spropositata dei romani verso una famiglia che ha perso tutto - la casa e cosa conteneva - in un incendio. Ma partiamo dalla fine, dalle parole di Caterina Scicchitano, psichiatra, giovane mamma di 5 figli. «Non è vero che ci siamo incattiviti con il covid e c'è uno spirito di Natale. Siamo commossi e sorpresi dalla dimostrazioni di amore umano ricevute». a tragedia, «ma siamo tutti sani e salvi» è avvenuta lunedì a Cinquina, quartiere Cesarina.

La casa brucia, gara di solidarietà

 

«Mio marito era a casa con i bambini di età compresa da uno a dieci anni, io stavo rientrando a casa dal lavoro. Verso le 19,30 prima il bimbo di 5 anni poi l'altra di 10 hanno sentito odore di fumo venire dalla cameretta mentre Gianluca Fratini, mio marito era in bagno». Un incidente domestico e una fiammata si è estesa allo stendino. «Mio marito ha spento il fuoco ed è scappato fuori, così come stava, in calzini e maglietta, con i bambini».


«Poi è rientrato da solo in casa - continua il racconto - purtroppo il fuoco aveva preso il mobile della stanza dei bambini, non ha potuto far altro che scappare». Hanno perso tutto. Un tetto, i ricordi più cari, i giocattoli di Maria, Anna, Giacomo, Damiano e del piccolo Matteo, i pc, i lbri. Ma là fuori, al loro fianco, a vedere la loro casa sparire carbonizzata dopo tanto lavoro dei vigili del fuoco hanno scoperto un calore inaspettato. «Vicini di casa, conoscenti, è vero che siamo quasi un paese ma ci sono persone con cui ti scambi il saluto e che non ci dovevano nulla e invece si sono presi cura di noi, da subito, dandoci i vestiti, ospitando i bambini, facendoli mangiare». La solidarietà è arrivata in tempo reale, valigie cariche di vestiti, pannolini.

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«Quando sono salita in macchina ho detto ai miei figli: guardate questa sarà l'occasione per conoscere la solidarietà delle persone e la Provvidenza di Dio: il giorno dopo si è scatenato il paradiso. La taverna di mia sorella invasa da vestiario, ogni ben di Dio, che ho dovuto dire fermatevi, mio fratello Marco ha organizzato una raccolta fondi che penso abbia superato gli 80mila euro (gofundme.com/f/casa-fratini il link per chi vuole donare). Ora siamo ospiti di mia sorella, stiamo cercando una casa in affitto, vorremmo rimanere in zona e c'è chi ci manda anche i consigli su dove cercare, sono arrivati messaggi anche da altri paesi. Potenza dei social. E del cuore dei romani: pronti a donare, sono commossa e sorpresa. Oggi le bambine sono andate a una festa vestite di tutto punto, con vestiti nuovi donati da tante persone».

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«NESSUNA PICCOLA FERITA»


Oltre all'incredibile aiuto dei vicini di Cinquina, a partire da un gruppo Facebook, Sos Cinquina, alle singole persone che si sono attivate donando viveri, vestiti o organizzando donazioni, tanto aiuto è arrivato dai genitori di altre scuole, frequentate dai nostri nipoti, da persone singole, anche sconosciuti che avevano solo letto la nostra storia, dall'associazionismo, da tanta gente di fede che condivide con noi il nostro percorso neocatecumenale. Insomma tante realtà, religiose e non, si sono mosse con una generosità incredibile». Gianluca Fratini e Caterina Scicchitano, seppur abbiano perso tutto, hanno la serenità di chi sa che poteva andare peggio. «Se fosse successo sei ore dopo, nella stanza dei bambini... invece non hanno nemmeno una piccola ferita, il piccolo di 3 anni mi ha detto mamma il fuoco non mi ha bruciato per niente». In calzini e maglietta al freddo si sono trovati immediatamente coperti, protetti, asciugati «da quasi sconosciuti» rimarca Caterina. Lo scenario era apocalittico. «Sono arrivata e mio marito mi gridava Stiamo tutti bene». Stanno tutti bene.
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Il Messaggero