Roma, il flop dei trasporti «potenziati».

La metro in una foto d'archivio
A Londra, as usual, i vagoni della metro hanno sfrecciato tutta la notte di Capodanno (e per giunta gratis) e lo stesso è avvenuto a Parigi; a Roma invece la metropolitana...

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A Londra, as usual, i vagoni della metro hanno sfrecciato tutta la notte di Capodanno (e per giunta gratis) e lo stesso è avvenuto a Parigi; a Roma invece la metropolitana ha arrancato fino alle 2.30, con tempi d'attesa fino a 20 minuti, data la penuria di macchinisti disponibili a guidare i treni. È andata ancora peggio ai passeggeri della Roma-Lido, che ha appena riconquistato lo scettro di peggiore ferrovia d'Italia: stazioni chiuse alle 21.30, sempre per mancanza di conducenti, nonostante la Regione, che è proprietaria di scali e binari, avesse accettato di prolungare il servizio fino alle prime ore del 2018.


È andata così, perché i macchinisti dell'Atac al cenone di San Silvestro non rinunciano volentieri, e pazienza se nelle altre capitali d'Europa chi gestisce i trasporti pubblici non si fa tanti scrupoli. La partecipata del Campidoglio, alle prese con una procedura fallimentare dall'esito incerto, non è riuscita a raggiungere un accordo sui compensi per gli autisti volontari. A Natale, per dire, erano stati distribuiti gettoni da 140 euro a turno, premi generosamente maggiorati (dai 40 ai 60 euro in più) rispetto a quelli elargiti l'anno passato.

TRATTATIVA A VUOTO
Per l'ultimo dell'anno, invece, la quadra con i bellicosi sindacati aziendali non si è trovata, nonostante gli sforzi del presidente e ad, Paolo Simioni, l'ingegnere venuto dal Veneto per provare a salvare dalla bancarotta la municipalizzata dei trasporti romani, un gigante malato con un debito da 1,3 miliardi. La trattativa con le corporazioni interne è andata avanti a oltranza, ma non c'è stato verso di strappare un'intesa. Le sigle hanno abbandonato il tavolo e per invogliare macchinisti e autisti a mettersi al volante o in cabina di guida sono stati resuscitati i vecchi accordi che assicurano un premio di circa cento euro. Evidentemente non è bastato.

Sulla metro A, l'Atac è riuscita a programmare fino alle 2.30 solo 12 treni sui 21 che hanno viaggiato nel corso dell'intera giornata del 31 dicembre, con attese fino a 7 minuti tra un convoglio e l'altro. Sulla linea B invece l'azienda è riuscita a coprire solo 9 treni su 20 e così si è arrivati ad attese record di 20 minuti sulle diramazioni Bologna-Jonio e Bologna-Rebibbia, frequenze da treni regionali più che da metropolitana.

FORFAIT DI MASSA
Sulla Roma-Lido nessun macchinista ha dato la disponibilità a lavorare oltre le 21.30, anche se il Campidoglio ha tentato in extremis di prolungare il servizio fino alle 2.30 per andare incontro ai 180 mila romani che abitano nel X municipio, quel pezzo di città che va da Ostia ad Acilia, a Casal Bernocchi. Pensare che su questa tratta i conducenti in organico superano addirittura il numero dei turni previsti normalmente. Anche tenendo conto di questa rimodulazione, l'Atac ieri ha ammesso che sull'intera rete di trasporto una corsa su 5, alla fine, è saltata. Nonostante il potenziamento, come detto, fosse già ridotto all'osso, «in media è stato erogato oltre l'80% dei servizi previsti», ha fatto sapere ieri la partecipata in una nota.

LE NAVETTE

Le uniche corse davvero regolari sono state quelle dei pochi bus in funzione dopo le 2.30, puntuali nel 97% dei casi. Sulla rete di superficie, fra le 21 del 31 dicembre e le 8 di ieri è stato erogato «l'82% dei servizi potenziati previsti», mentre sulla rete della metropolitana è stato erogato «l'85% del servizio programmato».

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Il Messaggero